Sergio Mattarella ha inviato questa mattina un messaggio indirizzato al 29° Congresso della Fnsi (Federazione Nazionale Stampa Italiana), fortemente incentrato sul diritto all'informazione e alla libertà di stampa.
Il risultato finale sarà migliore se al lavoro di squadra contribuiranno "la società civile nelle sue diverse articolazioni, l'industria dei media e la coscienza professionale di ciascun giornalista". L'industria editoriale, la cui crisi del cartaceo continua a essere conclamata e acuita, ha dunque il dovere di rivendicare e affermare la propria funzione, ma senza essere espressione di interessi di parte, "come previsto dalla Costituzione".
Diritto all'informazione si sposa poi con l'esigenza di garantirne al contempo il pluralismo e la tutela. Ecco dunque che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella completa il messaggio inviato al Congresso Fnsi evidenziando come "la digitalizzazione non può produrre un impoverimento del patrimonio culturale e informativo a disposizione della collettività".
Il rischio accennato dal capo dello Stato è infatti che la modernizzazione e i processi evolutivi taglino fuori alcune voci dal coro, che rimangono in linea di galleggiamento grazie al sostegno governativo. Ma quantità deve anche sposarsi con il concetto di qualità: qui la necessità di arrivare per primi sulla notizia non può essere a discapito della veridicità e del proliferare di fake news.
C'è poi un altro fenomeno che rappresenta una piaga irrisolta nei confronti della categoria: gli atti intimidatori contro i giornalisti. Mattarella difende l'operato di tutti i ruoli coinvolti nel settore della stampa, dai giornalisti ai cineoperatori, spesso vittime di agguati, vessazioni, intimidazioni o violazioni della loro libertà di informazione.
Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha ricordato che "la difesa dei diritti e della dignità di ogni professionista e operatore dell'informazione è la base dei pilastri di giustizia, trasparenza e partecipazione". La libertà d'informazione è dunque il principio simbolo della libertà stessa di un Paese, in un contesto democratico e civile.
Fisicamente presente il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il quale tocca il tasto più dolente, vale a dire il tema dei contratti precari. Da esponente del mondo dell'informazione televisiva, essendo stato direttore del Tg2 prima di ricoprire l'incarico ministeriale, il politico campano non esclude interventi da parte dello Stato attraverso degli incentivi che premino le assunzioni a tempo indeterminato. Quanto all'editoria web, "è un'opportunità enorme".