La Commissione Ue ha imposto a tutti i dipendenti di disinstallare l'app di TikTok. La decisione, fanno sapere dall'esecutivo, è stata presa dal commissario Ue Johannes Hahn. Il popolare social network cinese è finito nel mirino dell'organo europeo per questioni di sicurezza informatica: lo ha confermato il commissario europeo per il Mercato interno Thierry Breton in un incontro con la stampa.
L'applicazione di TikTok dovrà dunque essere eliminata dei funzionari europei sia sui dispositivi aziendali che su quelli personali.
Una decisione che fa da seguito a quella imposta negli Stati Uniti, dove l'applicazione cinese è già stata proibita sui dispositivi di proprietà dei governi statali e federale, compresi quelli della Camera.
Le restrizioni negli Usa avevano avuto inizio dopo un episodio che ha portato ad una fuga di notizie: un'ulteriore conferma di come i dipendenti di ByteDance, società madre di TikTok, potrebbero accedere ai dati personali degli utenti statunitensi, ma anche di quelli europei. Nel dettaglio, la scoperta in questione aveva riguardato due giornaliste statunitensi, alle quali erano stati trafugati illegalmente dei dati personali da quattro dipendenti della compagnia cinese.
Dal canto proprio, la piattaforma aveva tentato di mettere a tacere le polemiche licenziando i dipendenti incriminati e parlando di un caso isolato. Ma questo non è stato sufficiente per frenare i timori degli Usa, e ora dell'Unione Europea.
Il 10 gennaio scorso si era tenuto a Bruxelles un vertice tra Shou Zi Chew, amministratore delegato della società cinese ByteDance, e una delegazione della Commissione europea, composta dalla vicepresidente per la Trasparenza Vera Jourova, la commissaria per la Concorrenza Margrethe Vestager, la commissaria per gli Affari interni Ylva Johansson e il commissario alla Giustizia Didier Reynders.
Tema dell'incontro la sicurezza dei dati degli utenti europei, a proposito del rispetto del Gdpr, il Regolamento generale sulla protezione dei dati. In particolare, il commissario Reynders aveva sottolineato come qualunque dato proveniente dall'Unione Europea debba essere trattato in conformità al Gdpr, soprattutto vista l'elevata presenza di utenti minori su TikTok. A tal proposito, al fine di responsabilizzare gli utenti, in Italia si era addirittura parlato di istituire un patentino per poter accedere ai due social network del momento, Instagram e TikTok.
Nelle sedi di Bruxelles, ampio spazio era stato dato anche ad una discussione sulle nuove direttive europee per il mercato digitale, così come alla lotta alla disinformazione, problema rilevato e ammesso anche da parte del ceo di TikTok e originato da attori statali non europei. C'è anche da ricordare che su TikTok gravano già due indagini da parte del Garante per la protezione dei dati personali dell'Irlanda, sede legale europea dell'azienda asiatica.
Nel frattempo, però, il colosso cinese dei video non ci sta: TikTok ha risposto alla decisione della Commissione Ue, definendola "sbagliata", come si evince da un comunicato diramato dalla compagnia.