Sven Goran Eriksson ha dato l’addio al calcio, l’ex tecnico di Sampdoria e Lazio non ha voluto svelare la malattia ma ha deciso di limitare i suoi impegni per svolgere ulteriori accertamenti clinici. Dopo una lunga carriera da allenatore aveva intrapreso quella da dirigente tornando nella sua Svezia e accettando l’incarico di direttore sportivo del Karlstad Fotboll, club di terza divisione scandinava.
Proprio sul sito della società svedese è stata pubblicata una nota dove Eriksson ha annunciato le proprie dimissioni per dedicarsi alla sua salute: Ho scelto di limitare i miei incarichi pubblici per il momento, a causa di problemi di salute che sono sotto accertamento. Ora mi concentrerò sulla mia salute e sulla mia famiglia, ringrazio il Karlstad Fotboll per permettermi di mantenere degli incarichi limitati. Vi ringrazio per tutto il supporto di amici e contatti calcistici e vi chiedo di rispettare la mia decisione e la mia privacy".
Assoluta riservatezza quindi sulle condizioni di salute dell’ex ct dell’Inghilterra come ha rivelato il suo storico avvocato Anders Runebjer al quotidiano svedese Aftonbladet: "Ha una malattia, e questo significa che ha poteri limitati per essere lo 'Svennis' che tutti siamo abituati a vedere. È così. Ma allo stesso tempo vuole fare il massimo per il calcio, se non ci riesce si annoia. Dalla Svezia riportano che l'allenatore sia ricoverato in ospedale da una settimana.
Noto con il diminutivo di Svennis, ha mosso i primi passi nel calcio come difensore in diverse squadre del campionato svedese senza mai arrivare nelle big. Decisamente più fortunata la carriera da allenatore durata oltre quarant’anni. E’ divenuto l'unico ad aver centrato il double, costituito dalla vittoria del campionato e della coppa federale nello stesso anno, in tre paesi diversi: Svezia, Portogallo e Italia. In queste tre nazioni vanta un totale di cinque campionati vinti sulla panchina di Goteborg, Benfica e Lazio e dieci tra coppe federali e supercoppe.
In Italia ha trionfato ben quattro volte in Coppa Italia, una con Roma e Sampdoria e due con i biancocelesti: un record tra gli allenatori condiviso con Roberto Mancini e Massimiliano Allegri. Negli annali del calcio nostrano l’aver vinto questo trofeo con tre squadre differenti, condiviso ancora con Mancini (Fiorentina, Lazio e Inter), mentre è stato l’unico ad averlo vinto con due squadre della stessa città.
In ambito europeo ha condotto l’IFK Göteborg al successo in Coppa UEFA nel 1982 contro l’Amburgo, l’anno successivo passa al Benfica dove arriva nuovamente a giocarsi la finale di Coppa Uefa ma stavolta arriva una sconfitta. Nella sua seconda avventura sulla panchina dei lusitani centra la finale di Coppa Campioni dove perde contro il Milan di Arrigo Sacchi.
Poco meno di dieci anni dopo torna protagonista in Europa alla guida della Lazio di Sergio Cragnotti. Nel 1998 perde la seconda Coppa Uefa della sua carriera in finale contro l’Inter di Ronaldo, l’anno successivo però regala ai biancocelesti il primo trofeo europeo della loro storia trionfando in Coppa delle Coppe contro il Mallorca per 2-1. Ad agosto 1999 affronta quindi in Supercoppa Europea UEFA il Manchester United di Alex Ferguson vincendo per 1-0 grazie ad una rete di Marcelo Sala. Con 43 presenze, è l'allenatore con il maggior numero di panchine nelle competizioni internazionali della Lazio.
Nel 2001 è diventato commissario tecnico della nazionale inglese, ruolo che ha ricoperto fino al 2006, guidando la squadra fino ai quarti nei Mondiali 2002 e 2006 e agli Europei 2004. Dopo una breve esperienza nel campionato inglese, e una sulla panchina della Nazionale messicana, ha guidato la Costa d'Avorio ai Mondiali 2010, per poi tornare ad allenare in Premier League. Nella parte finale della carriera ha guidato alcuni club del campionato cinese e per un breve periodo anche la Nazionale filippina nella Coppa d'Asia 2019.