Si è svolto in occasione dell’anniversario della guerra in Ucraina la riunione virtuale tra leader del G7, a cui si è unito il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, per programmare le mosse congiunte del futuro a breve termine. Al centro gli aiuti umanitari e le basi per la ricostruzione, con gli Stati Uniti che hanno annunciato l’invio di un nuovo pacchetto da 2 miliardi di dollari, a cui si aggiungono nuove sanzioni individuali contro la Russia.
Alla riunione ha partecipato anche la premier italiana Giorgia Meloni, che ha ribadito l’esigenza di mantenere alta la pressione sul Cremlino e rende afona la narrazione di Putin rispetto alla guerra.
Vediamo come sono stati affrontati questi singoli aspetti dall’Italia e dagli altri Paesi del G7.
Partendo dalla pressione su Mosca, il concetto riguarda soprattutto le sanzioni contro il Cremlino. Nella giornata odierna era attesa la fumata bianca dell’Europa sul decimo pacchetto, che però difficilmente arriverà. Sulla questione dell’invio di armi il G7 è compatto e favorevole, compatibilmente con i tempi di spedizione.
Rispetto alla narrazione fuorviante di Vladimir Putin, Meloni ha dichiarato di essere disposta a mettere in campo le sue conoscenze internazionali (specialmente con i Paesi africani) affinché operi da ponte di comunicazione rispetto a ciò che avviene in Ucraina. In questo caso il nocciolo della questione risiede nei Paesi ancora neutrali sul dossier bellico, su cui il presidente del Consiglio intende intensificare i contatti.
Capitolo conclusivo sul ruolo che l’Italia, tramite le sue imprese, avrà nella ricostruzione dell’Ucraina: qui Meloni ha confermato il futuro incontro con Kiev in programma ad aprile, ribadendo che il nostro Paese sarà in prima fila nelle operazioni.
La riunione è stata diretta dal Giappone, che ha la presidenza di turno del G7: un fatto curioso, dal momento che il primo ministro Kishida è l’unico a non aver ancora visitato Kiev e l’Ucraina (con Zelensky che ha colto l’occasione per rinnovare l’invito). Il meeting ha poi lanciato un appello affinché cessi il sostegno di Paesi terzi alla causa russa (con la Cina destinatario implicito più dell’Iran, e ha ribadito che le azioni prese da Putin hanno compattato ulteriormente i vari blocchi internazionali tra loro.
L’appuntamento da cerchiare in rosso sul calendario è a maggio, quando a Hiroshima si terrà il prossimo incontro in presenza.