Enrico Letta è pronto a lasciare il timone della nave a guida Pd: l’ultimo suo atto da segretario alla vigilia delle primarie è l’iniziativa presso le ambasciate italiane di Russia e Ucraina, dove il parlamentare di Arezzo ha ribadito il fermo e incrollabile supporto a Kiev:
E il dossier sull’Ucraina, sulla difesa dei principi di libertà e giustizia e sul predominio del diritto internazionale sulla brutalità della forza, rischia di essere l’unico filo di congiunzione tra il presente e il passato del Nazareno. Lo conferma lo stesso Letta alla domanda sul prossimo orientamento di voto del partito rispetto all’invio con il cambio al vertice.
Enrico Letta non ha dubbi o ripensamenti sul suo operato politico rispetto alla guerra in Ucraina
Pensieri pronunciati oggi durante i sit-in dinnanzi alle ambasciate italiane di Russia e Ucraina, che segnano dunque la conclusione del mandato da segretario iniziato in piena pandemia (era il febbraio 2021). In un momento complicato, Letta raccolse i cocci di un partito da cui si era allontanato per seguire la strada accademica in Francia, a Parigi. Un’altra scelta che l’ex premier non ha mai rimpianto.
Una prima parte contrassegnata da vittorie di prestigio, una seconda dallo strappo con l’alleato pentastellato e la caduta del governo di Mario Draghi che il Pd guidava in prima linea. Ma la ciliegina sulla torta delle sconfitte è rappresentata dalle elezioni politiche, con il calo di consensi e la netta affermazione di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia.
Di fronte alla scelta di fare da traghettatore nei cinque mesi successivi all’accaduto (e sempre più in secondo piano, eccezion fatta per le frecciate alla stessa Meloni), Letta ha cercato di mostrarsi sereno in pubblico davanti ai giornalisti. Quanto al suo futuro, da lunedì faro il semplice parlamentare: nessun’ambizione apparente dunque in vista delle Europee 2024.