Accadde oggi, 26 febbraio 1815: Napoleone, fuga dall’Elba. Dopo la decisiva sconfitta dell’esercito francese nella battaglia di Lipsia, l’esilio di Napoleone Bonaparte all’isola d’Elba. Dopo la fuga inizia il cosiddetto periodo dei Cento giorni (nella foto: un dipinto che ritrae la fuga di Napoleone).
Nella decisiva battaglia di Lipsia, detta anche Battaglia delle Nazioni perché vi parteciparono eserciti di tutta Europa, l’inesperienza dell’esercito francese, la defezione dei contingenti tedeschi e la superiorità numerica delle forze nemiche furono i fattori che determinarono la sconfitta di Napoleone. L’entrata a Parigi dei cosacchi, il 12 aprile, spinse Napoleone a tentare il suicidio ingerendo una forte dose di arsenico, ma venne soccorso e salvato dai suoi collaboratori che chiamarono i medici in tempo.
Dopo un memorabile addio alla Vecchia Guardia, Napoleone subì il dramma della fuga quando, attraversando la Francia del sud, fu costretto a indossare un’uniforme austriaca per non finire linciato dalla folla. Imbarcatosi precipitosamente a Marsiglia sulla fregata inglese HMS Undaunted comandata da Thomas Ussher, il 4 maggio 1814 sbarcò all’isola d’Elba, dove il nemico aveva deciso di esiliarlo, pur riconoscendogli la sovranità sull’isola con il rango di principe e la conservazione del titolo di imperatore.
Stabilitosi a Portoferraio, Napoleone Bonaparte volle abitare presso la Palazzina dei Mulini, alla quale fece aggiungere un piano; costruzione che dominava la suggestiva rada dove poteva osservare le navi in entrata e uscita dal porto. Come residenza di campagna scelse la Villa di San Martino. Poi, il 26 febbraio di 208 anni fa, l’imperatore eluse la sorveglianza della flotta inglese e il primo marzo 1815 sbarcò in Francia nel golfo di Cannes, a Golfe Juan, vicino Antibes: cominciava il periodo napoleonico che sarà noto come i Cento giorni. Quello che precedette la definitiva caduta di Napoleone, l’esilio a Sant’Elena e la morte.
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