Sono arrivate le dimissioni di Noel Le Graet da presidente della Federazione calcistica francese. Una decisione scontata vista la reazione dell’opinione pubblica e del governo transalpino dopo i ripetuti scandali che lo hanno visto coinvolto negli ultimi mesi. L’accusa di molestie e quella di razzismo e omofobia avevano messo fortemente in discussione il suo operato e creato imbarazzo a livello politico, il ko definitivo è arrivato dopo le dichiarazioni sulla candidatura di Zinedine Zidane per la panchina della nazionale.
Si chiude quindi un capitolo lungo undici anni con la soddisfazione di un mondiale vinto nel 2018 in Russia e il secondo posto alla rassegna iridata di dicembre 2022 alle spalle dell’Argentina. Il Comitato esecutivo ha accettato le inevitabili dimissioni fortemente sponsorizzate dal Ministro dello Sport, Amelie Oudea-Castera. Il rapporto ministeriale aveva messo in luce lo stile di governo di Le Graet, accusato di comportamenti non accettabili con le dipendenti, cui inviava messaggini ambigui, dava appuntamenti pseudo-galanti con la scusa di parlare di lavoro, facendo poi regnare in federazione un clima di tensioni e conflitti.
Le Parisien sottolinea il commento finale sul rapporto del ministero dello Sport proprio sulla figura dell'uomo: "Il rapporto finale degli ispettori che hanno effettuato un audit per diverse settimane all’interno della Federcalcio francese sottolinea che le ‘derive di comportamento’ del presidente Noël Le Graët sono incompatibili con l’esercizio delle funzioni e il requisito di esemplarità ad esso collegato, secondo un riassunto reso pubblico mercoledì. Come nel rapporto provvisorio, trapelato la scorsa settimana, il riassunto finale sottolinea che Noël Le Graët non ha più la legittimità necessaria per amministrare e rappresentare il calcio francese".
Si era messo contro anche la stella del calcio francese attuale, Kylian Mbappe. Il giocatore del Paris Saint Germain non ha mai nascosto pubblicamente la sua avversità alla politica gestionale, in particolare dei contratti di sponsoring legati ai calciatori della nazionale. L’enfant prodige non ha mai dimenticato gli insulti razzisti subiti dopo il calcio di rigore decisivo sbagliato agli ottavi di finale dell’Europeo 2021 contro la Svizzera che decretò l’eliminazione della Francia. Furono giorni difficili per Mbappe con Noel Le Graet che non prese mai le parti del giocatore transalpino.
Il vaso di Pandora è stato scoperchiato dopo le dichiarazioni di Le Graët su Zinedine Zidane pronunciate lo scorso 9 gennaio per commentare la conferma di Didier Deschamps alla guida della Francia almeno fino al 2026 ai microfoni di RMC Sport. Se mi ha chiamato? Certo che no, non gli avrei nemmeno risposto al telefono. Se volete organizzate una trasmissione in modo che trovi un club o una Nazionale. So benissimo che Zidane era sempre all’erta, non dobbiamo raccontare una storia. Aveva tanti sostenitori, alcuni aspettavano che Deschamps fosse esonerato, ma chi può seriamente rimproverare qualcosa a Deschamps?. Se l’attuale selezionatore francese può non essere discusso visto che ha raggiunto due finali mondiali trionfando a Mosca nel 2018, rivedibile l’uscita su Zidane sul quale poi aggiunge quando gli viene chiesto del Brasile come possibile destinazione: Non mi interessa, può andare dove vuole! .
Nemmeno il tempo di digerire la fine del regno nel calcio transalpino che arriva la FIFA pronto ad accoglierlo offrendogli un incarico. Merito di Gianni Infantino, presidente della FIFA, come spiegato da un membro del Comex (comitato esecutivo della FIFA) ai microfoni di RMC Sport: "È stato nominato da Gianni Infantino alla FIFA, per dirigere l'ufficio di Parigi. È stato nominato per le sue capacità, la competenza e l'esperienza", ha detto Eric Borghini. E in Francia già divampa la polemica per queste proposta. Il pensiero comune è che le dimissioni punitive per i vari scandali che lo vedono coinvolto, vengano totalmente ignorate alla luce del nuovo incarico.