Mentre proseguono le polemiche sulle dichiarazioni del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che negli scorsi giorni hanno scatenato la dura reazione dell'opposizione, che ne ha chiesto le dimissioni, in provincia di Crotone si continua a piangere per la tragedia che ha spezzato la vita a 93 persone, tra cui decine di bambini, migranti provenienti da Iran, Iraq, Siria, Pakistan e Afghanistan, partiti dalla Turchia alla volta dell'Italia in cerca di un futuro migliore. "Ora è successo qui, domani succederà ancora, bisogna cercare di capire cosa fare per evitare che tragedie simili accadano", aveva dichiarato qualche giorno fa a TAG24 Antonio Ceraso, primo cittadino di Cutro, tra i comuni direttamente coinvolti nel naufragio, la cui costa il barcone in legno con a bordo più di 180 persone non ha fatto in tempo a raggiungere, per soli pochi metri, venendo disintegrato.
Oggi, a poche ore dalla visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che in mattinata si è recato sul luogo della strage per mostrare la sua solidarietà alle famiglie delle vittime - giunte dall'estero - e alle comunità locali coinvolte, il sindaco Ceraso torna sulla questione, dicendosi riconoscente per la vicinanza del presidente e auspicando che i gesti di partecipazione mostrati in questi giorni da più parti si trasformino presto in aiuti concreti e interventi risolutivi, in modo da prevenire ulteriori episodi di questa drammaticità.
Parole simile erano state quelle del sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, riportate dal Corriere della Calabria. "Credo che la presenza di Mattarella smuoverà un po' le coscienze. La sua visita, l'omaggio alle vittime della tragedia di Steccato di Cutro, ci ha onorati e commossi - ha dichiarato il primo cittadino -. Abbiamo avvertito tutta la sua vicinanza ed umanità. Non ci ha fatto sentire soli". La speranza di entrambi è che le comunità locali coinvolte non vengano lasciate sole, che su questi problemi si mantenga alta l'attenzione e che il governo e lo Stato possano lavorare insieme - anche con l'Europa -, come loro hanno fatto per affrontare l'emergenza e le sue conseguenze. Unità e umanità: sono queste le parole a cui si appellano, ricordando che quando delle vite vengono spezzate, qualunque esse siano, il fallimento è di tutti e tutti devono prendersi le proprie responsabilità.