Affittare casa oggi. Recentemente TAG24 ha pubblicato la lettera di un proprietario di una casa al Pigneto (Inquilini morosi, investire sul mattone o essere investiti dal mattone?), che denunciava una situazione paradossale ma diffusa di morosità. Qualche giorno dopo, TAG24 ha ripreso il tema, con un’intervista all’avv. Riccardo Cesarò, dello studio Milli, Inquilini morosi e procedimenti giudiziari: un percorso lento e costoso.
Oggi ritorniamo su alcune delle tematiche discusse in precedenza con Angelo De Nicola, Presidente UPPI (Unione Piccoli Proprietari Immobiliari) Roma, il quale conferma un dato di fatto, l'assoluta assenza dello Stato o di enti come il Comune o la Regione nel garantire i piccoli proprietari immobiliari, che si ritrovano da soli, anche dopo aver ottenuto dal giudice lo sfratto per morosità dei loro inquilini, in balia di costose e lunghe procedure per rientrare effettivamente in possesso del loro appartamento.
Presidente De Nicola, ci può dare i dati degli appartamenti locati in Italia e la complessiva incidenza in percentuali e in durata della morosità?
Lei in alcune interviste ha sottolineato che una parte non irrilevante del patrimonio immobiliare ad uso abitativo rimane fuori dal mercato degli affitti, perché i proprietari preferiscono mantenere vuote le loro case e pagare vari tipi di tasse piuttosto che locarli. Qual è l’entità di questo fenomeno? Sono giustificate le preoccupazioni di questi piccoli proprietari?
Il Sunia ed altri sindacati degli inquilini, spesso individuano negli affitti esosi la principale causa della morosità, ma misure come la diffusa applicazione del canone concordato, che di fatto è un calmiere degli affitti, non sembrano aver prodotto una significativa riduzione della morosità. Quali sono i dati in vostro possesso?
Recentemente TAG24 ha pubblicato la lettera di un piccolo proprietario in cui si denunciava il metodo Baby, dal nome dell’ inquilina che l’ha adottato. Una famiglia filippina di 4 componenti, di cui tre occupati, nel 2021 ha cominciato a pagare in modo intermittente affitto (più basso del canone concordato) e condominio. C’è voluto un anno e un costo di più di 8000 euro, in mancati affitti, spese condominiali e legali, per riavere indietro l’appartamento. Gli inquilini non hanno mai risposto al proprietario, all’avvocato, alle istanze del giudice e dell’Ufficiale giudiziario. Semplicemente non facendo nulla e non spendendo nulla, anzi risparmiando migliaia di euro in affitti e spese condominiali hanno guadagnato un anno di permanenza a prezzo agevolato. È ammissibile che avvengano situazioni simili?
Nella lettera in cui si denunciava il metodo Baby, lo scrivente faceva presente che i suoi ex inquilini morosi hanno trovato due stanze a Piazza Malatesta, al costo di 800 euro. In Italia non esiste una lista dei cattivi pagatori, quindi per Baby e Denis è stato relativamente facile, seppur morosi, prendere in affitto un altro appartamento e niente vieterà loro di adottare la stessa parassi: pagare a singhiozzo o non pagare affitto e condominio e restare in possesso dell’appartamento per anni. La politica, lo Stato, il legislatore che fine hanno fatto?
La recessione economica prima, il Covid poi, la crisi energetica e l’inflazione in corso hanno determinato una situazione di crisi sociale, che irrimediabilmente si è ripercossa sulle famiglie e nel sistema degli affitti. Molti inquilini hanno difficoltà anche a pagare affitti calmierati di poche centinaia di euro. Sembra però che la questione degli affitti sia diventata un fatto privato fra inquilini e proprietari e che lo stato intervenga solo se chiamato in causa dalle parti, attraverso la magistratura, spesso tardi e male, cioè lasciando insoluti i problemi di fondo. Come UPPI cosa proponete?
A cura della redazione di TAG24