Mentre a Parigi e in molte altre città della Francia proseguono le proteste (si stimano circa mezzo milione di persone scese in strada ieri, cifre inferiori a quelle attese), il Senato transalpino ha compiuto il primo passo nell’approvazione della riforma sulle pensioni: alla camera alta sono stati registrati 195 voti favorevoli e 112 contrari nella votazione eseguita nella tarda serata di sabato.
Il testo dovrà ora essere approvato nel corso di una commissione congiunta di Camera e Senato che si riunirà mercoledì 15 marzo. Se verrà dato esito positivi sul testo (che prevede l’aumento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni), è probabile che il voto finale in entrambe le camere abbia luogo il giorno successivo.
Tuttavia, l'esito del voto sembra incerto alla Camera, dove il partito del presidente Emmanuel Macron ha bisogno dei voti degli alleati di governo per ottenere la maggioranza. Per scongiurare questo rischio, l’Eliseo potrebbe attuare una delega in capo alla figura presidenziale che consente di approvare il decreto senza passare dal Parlamento. Chiaramente, un simile passaggio avrebbe delle ripercussioni politiche e pubbliche di non poco conto.
Riforma delle pensioni in Francia, le reazioni dei protagonisti.
Gérard Larcher, presidente del Senato francese, ha definito denso ma educatamente partecipato il dibattito parlamentare durato tantissimi giorni e tantissime notti. La discussione è infatti iniziata giovedì 2 marzo ed è stata particolarmente rallentata da un numero record di emendamenti e subemendamenti: quasi 9mila in tutto.
Su Twitter il primo ministro francese Elisabeth Borne saluta con favore questo primo passo nell’iter parlamentare come tappa fondamentale di una riforma che garantirà la stabilità futura del nostro sistema pensionistico". Borne ha dichiarato di essere impegnata a garantire l'adozione definitiva del testo nei prossimi giorni, escludendo dunque l’ipotesi di una scorciatoia che semplificherebbe il passaggio al semaforo verde.