Nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione del covid durante la prima ondata emergono anche le dichiarazioni dell’ex sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.
Parole che mostrano un clima di grande tensione all’interno del ministero di Lungotevere Ripa, in particolare nello scontro tra il proprio ufficio e quello dell’ex ministro Roberto Speranza: in sintesi, una totale assenza di comunicazione tra le parti.
Il medico romano, che oggi ha ripreso la sua attività al San Raffaele di Milano, già nei giorni scorsi si era tolto più di qualche sassolino dalla scarpa durante altre pubblicazioni al vetriolo. Ma ricostruiamo con calma la vicenda.
Pierpaolo Sileri, ex vice ministro del Movimento 5 Stelle entra in carica nel 2018 nell’inedito ruolo di parlamentare, ma chiaramente il suo incarico sale in auge una volta che la bomba covid prende piede ufficialmente in Italia: siamo a marzo 2020, ma la sua convocazione davanti ai pm di Bergamo per l’inchiesta sulla gestione della pandemia come persona informata sui fatti risale al febbraio 2021.
Sileri fa un nome su tutti, quello dell’allora capo di gabinetto Goffredo Zaccardi, persona di fiducia del ministro Speranza. Il quadro da lui ricostruito è di totale confusione, frutto di un tacito accordo di segretezza da parte di una cerchia ristretta affinché le informazioni rilevanti sulla gestione iniziale del coronavirus non fossero filtrate a suo favore tramite l’ufficio diretto da Francesco Friolo. Così, molte richieste pronunciate da Sileri, a cominciare dall’attuazione del piano pandemico, caddero più o meno intenzionalmente nel vuoto.
Nella sua testimonianza l’oncologo capitolino denuncia poi la totale assenza di organizzazione da parte della task force, a cui seguì una reprimenda scritta oggi acquisita agli atti e datata 6 marzo 2020: nel mirino l’indisponibilità dei famosi ventilatori. A quella mail Zaccardi avrebbe risposto con una velata minaccia adducendo alcuni documenti segreti nei quali sarebbero state contenute accuse di mobbing di una collaboratrice.
A corredare un equilibrio già sottile contribuiscono altri episodi: l’irruzione nell’ufficio di Sileri da parte del collaboratore della segreteria Antonio Travaglino, il 7 giugno 2020, e il confronto via chat con Zaccardi in cui si contestava l’assenza di comunicazione sulla situazione dei vaccini (per esempio sul ritiro del lotto difettoso di AstraZeneca). Infine, pare che Sileri giunse a conoscenza del fatto che i cittadini cinesi ricoverati allo Spallanzani di Roma erano risultati positivi al Covid solo dalla televisione. Uno scenario surreale rispetto alla gravità della situazione che avremmo vissuto nei mesi successivi.