Nuova conferenza stampa a Francoforte per Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea (Bce): temi centrali del discorso l’inflazione e i tassi di interesse connessi allo shock bancario dell’ultima settimana, tra Svb e Credit Suisse.
Insomma, nessuna marcia indietro rispetto ad alcune voci fuori dal coro rispetto alla strategia aggressiva che la Bce ha messo in campo sulla politica monetaria, preoccupata dal fatto che i prezzi continuino a crescere.
No a compromessi, Christine Lagarde è chiara sull’imperativo da raggiungere quando le si parla di inflazione. E’ l’obiettivo primario ha tuonato la leader della Bce da Francoforte, e l’Organizzazione non intende farsi trovare impreparata di fronte a uno scenario orientato al pessimismo (e soprattutto a cambi di scena rapidi e improvvisi).
Massimo rigore e regime restrittivo, parole degne di un sergente di ferro che chiede pazienza ai suoi soldati in attesa di tempi migliori. Il processo di rientro dal picco inflazionistico inizia a sortire i suoi effetti soltanto adesso, così Lagarde di fronte ai watchers.
Per quanto concerne i tassi di interesse, dopo il rialzo di marzo (il terzo in altrettanti mesi e il quinto dallo scoppio della guerra in Ucraina), la funzionaria francese promette che le decisioni future saranno esclusivamente basate sull’osservazione e sull’analisi dei dati. Ciò, come lei stessa ammette, non significa che non alzeremo ulteriormente i tassi. Grande attenzione dunque agli scenari futuri, già a partire dai dati di marzo che potrebbero segnare un bivio spartiacque cruciale.
Ultima considerazione sulle dinamiche bancarie, che costituiscono il secondo step degli effetti legati alla politica monetaria più stringente. Qui il parametro da monitorare è il differenziale di intermediazione, ossia il grado di rischio percepito rispetto alla concessione di un prestito: se ciò dovesse crescere rispetto agli attuali tassi di interesse, la Bce sarebbe costretta ad aumentare successivamente i listini in maniera progressiva e minore.