Il Comitato per gli alloggi della Lok Sabha, la camera bassa del Parlamento in India, ha chiesto all’ex leader del Congresso Rahul Gandhi di lasciare la sua residenza governativa. La decisione avviene due giorni dopo la sua squalifica da membro del Parlamento di Waynad e tre giorni dopo la condanna a due anni di reclusione per diffamazione nei confronti del premier Narendra Modi.
Rahul Gandhi risiede attualmente in un bungalow nel centro di Delhi, che dovrà abbandonare e chiudere a chiave entro il prossimo 22 aprile.
Nella giornata odierna, inoltre, i legislatori del principale partito di opposizione indiano, INC, hanno indossato abiti neri come gesti di solidarietà. Al contempo per le strade di Nuova Delhi sono comparsi scritte e cartelli che inneggiavano alla democrazia, oltre a gesti eloquenti all’interno del Parlamento come ulteriore forma di protesta.
Rahul Gandhi, esponente di spicco dell’opposizione in India nella camera bassa del Parlamento, venerdì è stato condannato da un tribunale del Gujarat per la sua battuta sul cognome Modi", dando di fatto del ladro al primo ministro in carica. Successivamente il tribunale distrettuale di Surat gli ha concesso la libertà provvisoria e un mese di tempo per presentare appello.
Secondo i suoi sodali di partito la rapidità con cui il governo si è liberato di una delle principali spine nel fianco costituisce un atto di vendetta. La situazione è particolarmente caotica e si prevede che lo scenario possa proseguire anche nelle giornate successive. Il governo indiano, d'altro canto, rivendica la legittimità delle sue azioni in conformità con un’ordinanza del 2013 emessa della Corte Suprema.
Come logico attendersi, entrambe le camere del Parlamento sono rimaste non operative. Le frange dell’opposizione, inoltre, contestano al governo il fatto di non aver indagato sulla presunta frode finanziaria di Gautam Adami, l’imprenditore più ricco d’India e terzo uomo più facoltoso al mondo secondo Forbes. In patria sono infatti noti i legami di amicizia tra il multimiliardario e il premier Modi.