Un giornalista americano del Wall Street Journal è stato arrestato in Russia con l'accusa di spionaggio. La notizia viene riportata in anteprima da Ria Novosti, una delle principali agenzie di stampa sovietiche.
Il suo nome è Evan Gershkovich, 31 anni, ex reporter per l'Agenzia France-Presse e per il Moscow Times, nonché assistente al New York Times. L’uomo è stato arrestato nella città di Ekaterinburg, sui Monti Urali, con il sospetto di "spionaggio nell'interesse del governo americano". Lo comunica in via ufficiale il Servizio federale di sicurezza di Mosca (FSB), poi ripreso dall'agenzia di stampa Interfax.
L’accusa è di aver raccolto informazioni che costituiscono un segreto di Stato sulle attività di una delle imprese del complesso militare-industriale russo".
Gershkovich, il giornalista americano arrestato in Russia, funge da inviato in loco nell’area dell’ex Unione Sovietica. Come logico attendersi, il suo compito principale da un anno a questa parte è quello di raccontare ciò che avviene in merito alla guerra in Ucraina. Il suo ultimo articolo riportato riguardava la notizia del possibile crollo dell’economia russa, oggetto delle sanzioni occidentali.
Mentre la maggior parte dei giornalisti indipendenti che operano in Russia è fuggita allo scoppio del conflitto dopo l'approvazione di leggi severe sulla censura, molti reporter stranieri hanno continuato a lavorare nel Paese. Tra questi lo stesso Gershkovich.
Sulle sue condizioni gli aggiornamenti arrivano da Yaroslav Shirshikov, esperto di relazioni internazionali nonché colui che ha accompagnato personalmente il 31enne in Russia. In un messaggio su Telegram ha dichiarato di aver ricevuto una telefonata notturna da un dipendente del Wall Street Journal che non era riuscito a mettersi in contatto con Gershkovich.
Tra Shirshikov e Gershkovich era inoltre in programma un’intervista, poi saltata a causa dei recenti sviluppi. Dmitry Kolezev, giornalista indipendente che ha collaborato a più riprese con media internazionali (e noto per la sua posizione antigovernativa), ha confermato la notizia dell’arresto. Kolezev ha vissuto per anni a Yekaterinburg prima di un esilio forzato all’estero, ed è sicuro che l’attività giornalistica dell’inviato sia risultata sempre più scomoda.