I club di Premier League sono accusati per non aver pagato le tasse tra il 2019 e il 2021. Un accusa che non riguarda tutte le squadre inglesi, ovviamente, ma solamente alcune, con la cifra che ammonta a circa 250 milioni di sterline, ossia 280 milioni di euro. Come riportato dalla BBC questa condizione di forte risparmio per i club è reso possibile dalla doppia rappresentanza che permette a un agente di qualsiasi calciatore, oltre che a rappresentare il suo assistito, a rappresentare anche lo stesso club che gli versa un compenso che non è soggetto alla tassazione prevista per legge con imposte sul reddito, l’assicurazione e l’IVA.
Al momento non sono trapelati i nomi dei possibili club coinvolti, anche se nel Regno Unito si ritiene che le squadre che abbiano maggiormente beneficiato di questa pratica siano state Manchester City, Manchester United, Arsenal e Chelsea. Pratica che, che è vietata dalle regole per agenti della FA ma che può essere scavalcata se tutte le parti in causa firmano un accordo che dà di fatto il via libera all’agente per rappresentare sia club che calciatore.
Presupponendo, dal momento che non sono noti club, giocatori e cifre in questione, che le società e il calciatore dividano la quota da versare all’agente a metà, questo porterebbe ad una diminuzione degli incassi statali per una cifra pari tra il 30% ed il 60% in meno. I dati della Football Association sottolineano come nel 2021 il 68% degli accordi ratificati con i giocatori della Premier League sono stati conclusi tramite la doppia rappresentanza che ha fatto risparmiare ai giocatori, agenti e club coinvolti un ammontare complessivo di più 250 milioni di sterline da dividere così: 81 milioni nel 2019, 91 milioni nel 2020 e 81 nel 2021, secondo le stime della Tax Policy Associates.