Il viceministro degli esteri russo avverte che tra Russia e USA si è ormai passati a quella che definisce una "fase di guerra calda", e parla anche del rischio nucleare.
Venti di guerra sempre più minacciosi incombono sull'Europa e tutto l'Occidente. Non fanno che crescere, infatti, le tensioni tra Russia e USA che, ormai, sarebbero giunti in una fase del loro confronto di vera e propria "guerra calda".
A sostenerlo, durante un'intervista alla radio Sputnik, è il viceministro degli esteri del Cremlino Serghei Ryabkov. Il viceministro ha rimarcato come tale situazione sia stata scatenata da quello che definisce un "coinvolgimento diretto" degli Stati Uniti nel conflitto tra Russia e Ucraina, e sarebbe proprio questa la differenza fondamentale rispetto al periodo della Guerra Fredda.
A rendere sempre più precari i rapporti tra le due superpotenze ha sicuramente influito la recente crisi causata dall'arresto del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, detenuto per spionaggio da diversi giorni. Le parole del ministro degli esteri russo Lavrov – "il suo destino sarà determinato da un tribunale" – e la dura reazione della Casa Bianca, che ha accusato il governo russo di "prendere di mira i cittadini americani", non hanno fatto altro che creare un clima di sempre maggior nervosismo tra i due paesi.
Nervosismo che, stando alle parole di Ryabkov, potrebbe condurre anche a un conflitto nucleare. Parlando di questa possibilità, il diplomatico ha, infatti, dichiarato che gli americani sono "assolutamente sconsiderati" sotto molti aspetti.