Donald Trump è comparso al cospetto del giudice di New York il quale ha letto i capi di imputazione che riguardano l’ex Presidente che lo rendono, de iure, incriminato. È la prima volta nella storia del paese che un ex Presidente viene incriminato. Trump, che nel frattempo ha fatto ritorno a Mar-a-Lago, è tornato in libertà in attesa che la giustizia faccia il proprio corso. La procedura tipica che è prevista per l’incriminazione di una persona è stata espletata quasi nella sua interezza: impronte digitali e lettura dei capi d’imputazione dinanzi al giudice. Non è chiaro se siano state scattate le fotografie di rito – le cosiddette Mug Shot –. Sono, per capirci, le famose foto frontali e laterali che vengono scattate ai pregiudicati. Ma poco cambia, nella sostanza. Per Trump, è ufficialmente iniziato un iter legale e giudiziario. L’impressione è quella che una lunga e complessa saga, fatta di diatribe giuridico-politiche, abbia appena avuto inizio.
Uno dei principali dubbi che sono emersi in seguito all’incriminazione di Trump è legato alla sua candidatura alle presidenziali del 2024. Quello che si chiedono in molti è: Trump può candidarsi anche se è stato incriminato? La risposta sta nel non detto del dettato costituzionale. La carta americana, infatti, non contempla requisiti di incandidabilità per chi è sotto processo o incriminato. La fedina penale, in sostanza, non è questione discriminante per la candidabilità di una persona. All’articolo II della Costituzione degli Stati Uniti d’America, infatti, leggiamo:
Non si esauriscono qui i requisiti di candidabilità alla presidenza americana. L’emendamento numero XII, infatti, sancisce che non è candidabile chi è stato già presidente per due mandati pieni. Lo stesso, vale per chi:
Motivo che non tocca Donald Trump seppure la procedura di impeachment sia stata, per ben due volte, avviata nei suoi confronti. Ma non è mai andata a buon fine. Infine, il XIV emendamento vieta la nomina presidenziale a una persona che, dopo aver giurato sulla Costituzione, si è poi ribellato contro gli Stati Uniti. Quella dell’incriminazione, come nel caso di Trump, non è quindi causa di non candidabilità.
Il 2024 sarà un anno Cruciale per il Trump uomo e per il Trumo politico. Le sue parole da Mar-a-Lago, dopo la comparizione dinanzi al giudice di New York, sono d’altronde lapalissiane ed evidentemente pensate in direzione di una campagna elettorale già partita. Così Trump nella notte:
Parole in grado di mobilitare i suoi elettori e che suonano come una dichiarazione di guerra contro le istituzioni americane. Insomma: incriminazione o non, Donald Trump vuole vincere le primarie repubblicane – ed è già in vantaggio sui competitors – ed essere il prossimo candidato del GOP alle elezioni presidenziali del 2024.