Prosegue il momento di lutto e dolore per la morte di Alessandro Parini, 35enne avvocato romano rimasto ucciso nell'attentato a Tel Aviv venerdì sera. A omaggiare la sua memoria sono le testimonianze degli amici e dei familiari, che tracciano il disegno di Alessandro e raccontano gli istanti prima della tragedia. Dall'arrivo all'aeroporto fino alla passeggiata sul lungomare, la sua passione per i viaggi, il rumore degli spari e l'auto che travolge la folla.
Chi era con lui in quei momenti racconta di sensazioni estremamente negative sul suo stato di salute dopo lo schianto, intorno altri amici feriti dalla furia della Kia che li ha investiti. La socia di Alessandro dello studio legale ha raccontato gli attimi in cui ha ricevuto la telefonata di papà Enzo che annunciava la morte del figlio:
C'è infine il ritratto di mamma Nicoletta, con cui il 35enne aveva scherzato prima di imbarcarsi a Fiumicino venerdì. "Amava viaggiare in giro per il mondo, quando ci siamo salutati era contento, felice". L'augurio dei familiari è quello di poter abbracciare quanto prima la salma del giovane. Intanto la comitiva sta facendo rientro in Italia, visibilmente sotto shock e con un forte senso di rabbia e ingiustizia represso.
Nella giornata di ieri i manifestanti hanno osservato un minuto di silenzio in memoria della vittima dell'attentato di Tel Aviv, prima di riprendere le proteste contro la riforma della giustizia promossa dal governo Netanyahu. Il luogo della tragedia si trasforma in un piccolo sacrario, con lettere e corone di fiori tutto intorno. Ieri il presidente israeliano Herzog ha affidato il suo cordoglio a un messaggio in lingua italiana, nel quale definisce Italia e Israele "amanti della libertà".
Oltre al gruppo di cui faceva parte Alessandro c'erano altri nostri connazionali che si trovavano sulla scena del delitto venerdì sera. Tra loro Roberto Nicoli, 39enne di Bergamo, che risulta ora ferito e ricoverato in ospedale. Accompagnato dal fratello, è l'unico ferito italiano della tragedia: ieri ha ricevuto la visita del ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen e dell'ambasciatore italiano Sergio Barbanti. Nel ripercorrere quegli attimi narra di "un'auto che puntava proprio verso di me, non potevo sfuggire all'impatto". Secondo le sue parole, Alessandro Parini sarebbe stato investito e ucciso successivamente, mentre l'auto continua la sua folle corsa contro i passanti.
Nel frattempo emerge un piccolo giallo sull'esame autoptico preliminare eseguito dalle autorità di Gerusalemme. I coroner non avrebbero infatti rinvenuto proiettili sul cadavere di Alessandro Parini. Ci sono poi dei dubbi sull'eventualità che l'autopsia vera e propria sarà eseguita.
Tale ricostruzione non sembra però coincidere con le informazioni preliminari, sebbene il presunto proiettile alla gamba non sia stato fatale quanto il colpo alla testa. Anche gli amici hanno confermato che l'uomo avrebbe iniziato a sparare colpi di fucile dall'interno della propria auto.