Il ministro della Sanità Orazio Schillaci si prepara a voltare definitivamente il capitolo covid-19 e a piantare i semi della riforma della Sanità. Un comparto spesso sacrificato dalle giunte precedenti, i cui limiti (e pregi) sono però emersi durante la pandemia, evidenziando le maggiori criticità.
Fascicolo sanitario elettronico, oggi non disponibile in tutta Italia, depenalizzazione delle responsabilità dei medici, creazione di nuovi livelli essenziali di assistenza legati al Servizio Sanitario Nazionale. Questi in sintesi i temi centrali del restyling in programma nell'immediato futuro.
Un aiuto concreto arriverà dai fondi del Pnrr, per cui il ministro si augura saranno utilizzati per realizzare tutti i progetti, a partire dalle case di comunità.
Il principale punto all'ordine del giorno sulla riforma della Sanità è il potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn). La pandemia ha infatti riscritto la piramide gerarchica delle patologie, con alcuni comparti che hanno visto dilatarsi di mesi (se non di anni) le prime date disponibili a causa dell'elevata domanda.
Per risolvere il problema serve istituire un meccanismo rapido ed efficiente, a cominciare dalla capillarità dei medici di base: sempre meno diffusi e con un carico amministrativo insormontabile che rende impossibile garantire un servizio di qualità. Schillaci integra nel circuito anche le farmacie e, soprattutto, le case di comunità. Oltre 1.300 quelle previste dal Pnrr, nell'auspicio che i fondi arrivino interamente e siano sufficienti a coprire i costi nel frattempo lievitate. Il rischio? "Costruire gli edifici ma lasciarli vuoti per mancanza di personale e macchinari". Questa tappa intermedia mirerà ad avere i primi risultati concreti entro il 2026.
Sulle liste di attesa si attendono novità dai nuovi Lea, vale a dire a i livelli essenziali di assistenza: in soldoni, garantire ai pazienti di ricevere cure adeguate grazie a una rete ospedaliera e sanitaria capillare sul territorio. Una volta garantito un corretto indirizzo della collettività, che oggi si dirige pressoché universalmente verso il pronto soccorso, allora anche il problema del sovraffollamento potrà essere affrontato e risolto.
Un aiuto dovrà arrivare anche dagli istituti privati, cui Schillaci chiede di "aprire le agende". Ma per il ministro c'è da cambiare la filosofia di fondo:
Spazio poi alla depenalizzazione dei reati contro i medici, dal momento che le cause giudiziarie "finiscono spesso con l'assoluzione". Il ragionamento è che i dottori, a scopo cautelativo, prescrivono molti esami o visite extra per scongiurare possibili rivalse future dei pazienti (in gergo tecnico si parla di "medicina difensiva". Un meccanismo radicalmente sbagliato a priori per Schillaci.
Infine, focus sul fascicolo sanitario elettronico unico. Sogei, l'azienda che ha creato i principali portali tecnologici della PA, ha comunicato di aver concluso i lavori per la realizzazione della piattaforma, come confermato dal ministro: