Federcarrozzieri, l’associazione di riferimento di settore in tutta Italia, lancia l’allarme sul quadro relativo ai prezzi delle auto usate. Un mercato definito impazzito, in cui i numeri definiscono le problematiche che ormai proseguono da un biennio a questa parte.
Nei primi tre mesi del 2023 i prezzi dell’usato sono cresciuti del 30%, sorpassando il dato già ampiamente elevato del 2022 (+24% sull’anno prima). Per quale motivo i listini delle vetture già immatricolate sono così cari?
Federcarrozzieri attribuisce l’aumento dei prezzi delle auto usate in Italia alla crisi dei microchip e dei semiconduttori avvenuta a cavallo della pandemia. Ciò, unito a una serie di difficoltà logistiche legate sempre all’emergenza sanitaria, ha fatto sì che l’offerta non fosse più in grado di soddisfare la domanda. Una forte incongruenza in una fase storica caratterizzata da una transizione energetica e da normative inquinanti sempre più stringenti per gli automobilisti.
Secondo questa legge economica, i prezzi di mercato crescono: per acquistare un’auto nuova oggi servono dai 6 mesi a un anno (salvo rari casi). Tempi che spesso slittano ulteriormente, pertanto chi aveva urgenza si è buttato a capofitto sull’usato. Non a caso nei primi tre mesi del 2023 l’usato batte il nuovo con circa 1 milione di immatricolazioni tra gennaio e marzo (nonostante anche le auto in uscita dai concessionari siano in crescita).
ACI viene inoltre in soccorso e fornisce la panoramica sulle auto usate in Italia.
Incredibile notare come il diesel sia sempre più gettonato (47%), seguito dalla benzina (37%). Il dato è facilmente spiegabile poiché molte Case costruttrici hanno eliminato le motorizzazioni a gasolio per rispettare gli standard anti inquinamento. Di conseguenza, il mercato dell’usato diviene soluzione quasi obbligata per i macina chilometri.
L’altra faccia della medaglia è data dal caro prezzi del nuovo, secondo il report di Assoutenti. L’ente che tutela i consumatori parla di un costo medio attuale di 26mila euro per ogni vettura immatricolata. In realtà, basti pensare che di per sé il valore non è nemmeno altissimo in senso assoluto, poiché drogato dal fatto che le auto più vendute (Fiat Panda, Fiat 500 e Dacia Sandero) abbiano un listino inferiore al prezzo medio di vendita.
8.000 euro in più in un decennio, una cifra solo parzialmente giustificabile con l’introduzione di una massiccia dose di tecnologia nella nostra seconda casa. +6% sul 2022, che Assoutenti giustifica a causa dell’arrivo delle auto elettriche sul mercato italiano. Anche qui, le vetture alla spina in Italia hanno perso quote di mercato nel 2022, scendendo dal 4,5% al 3,7% del parco auto, nonostante gli incentivi governativi.