Il Cdm di oggi segna il ritorno dello stato di emergenza in Italia. Nella riunione odierna diversi i temi trattati e i provvedimenti approvati.
Nuovo stato di emergenza per il nostro Paese: il consiglio dei ministri ha deciso di decretarlo per la questione migranti. Una decisione che varrà per sei mesi, ed è accompagnata da un’iniziale stanziamento da 5 milioni di euro. Soddisfazione espressa dal ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, che aveva proposto lo stato di emergenza, ma che è altresì consapevole che la soluzione può solo arrivare da un intervento dell’Unione Europea. Il tutto in un momento in cui il centro di accoglienza sull’isola di Lampedusa straripa con 1.600 ospiti, quattro volte la capienza, e i flussi migratori hanno registrato 31mila sbarchi da inizio anno. Una cifra enorme, soprattutto se paragonata con lo stesso periodo dello scorso anno, quando sulle coste italiane erano giunte 7.928 persone.
Nel consiglio dei ministri che ha visto approvato anche il Documento di economia e finanza per l’anno 2023, buone notizie sul tema della crescita e della pressione fiscale: secondo le stime, il Pil italiano nel 2023 sarà in crescita dello 0,9%, mentre il deficit si attesterà al 4,5%. Nello stesso Def inoltre si prevede un calo della pressione fiscale, che passerà dal 43,3% nel 2023 al 42,7 entro il 2026. Tuttavia, viene sottolineato come il bilancio sia zavorrato dal superbonus: se il deficit cala al 142,1% del Pil, nel documento si precisa come non possono essere ignorati gli effetti di riduzione del rapporto debito / Pil che si sarebbero potuti registrare se il super bonus non avesse auto gli impatti sui saldi di finanza pubblica che sono stati finora registrati".
Nel Cdm di oggi, spazio anche alla norma contro gli atti di eco-vandalismo. Una legge contenente le sanzioni "in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici". Disegno di legge proposto dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, e che vede multe da 20 a 60mila euro, più le sanzioni penali, per quanti distruggano, disperdano, deteriorino o rendano "in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali". Per chi "deturpa o imbratta" o destina "ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione" o "incompatibile con il loro carattere storico o artistico" i beni culturali del nostro Paese, sono previste altre sanzioni amministrative, che vanno da 10 a 40mila euro.