12 Apr, 2023 - 16:12

Qatargate, Eva Kaili esce dal carcere: andrà ai domiciliari con braccialetto elettronico

Qatargate, Eva Kaili esce dal carcere: andrà ai domiciliari con braccialetto elettronico

Si conclude l'esperienza in carcere di Eva Kaili, l'ex vice presidente del Parlamento Europeo, coinvolta nello scandalo dell'ormai celebre Qatargate. L'eurodeputata greca aveva finora scontato la propria pena all'interno del carcere di Haren, cittadina nei dintorni di Bruxelles, dove vi era entrata lo scorso 9 dicembre in seguito all'accusa di corruzione.

Al momento si attendono ulteriori dettagli in merito alla sua scarcerazione ma, intanto, la prima voce di conferma sulla notizia è arrivata dall'avvocato di Kaili, Sven Mary, che ha "sentenziato" in maniera convinta che "la decisione appare molto logica".

La scelta del tribunale si allinea comunque a quanto visto nelle scorse settimane sugli altri protagonisti della vicenda, ossia il deputato italo-belga Marc Tarabella e l'ex eurodeputato italiano Antonio Panzeri: per entrambi, così come per Eva Kaili, la misura predisposta è quella dei domiciliari con braccialetto elettronico.

Qatargate, Eva Kaili ultima protagonista a lasciare il carcere

Con l'uscita dal carcere belga di Eva Kaili, tutti i principali protagonisti della vicenda Qatargate sono ufficialmente fuori dalle sbarre.

Il compagno dell'ex vicepresidente dell'Eurocamera, Francesco Giorgi, è stato rilasciato a febbraio per essere a sua volta sottoposto al braccialetto elettronico. Poco più tardi, Niccolò Figà Talamanca, segretario generale dell’Ong No Peace Without Justice, era stato liberato e prosciolto. Rimane agli arresti domiciliari in Italia in attesa di estradizione, invece, l'eurodeputato del Partito democratico Andrea Cozzolino.

Nelle prime fasi della sua detenzione, gli avvocati hanno denunciato a più riprese le condizioni disumane a cui veniva sottoposta. Per esempio, una delle prime segnalazioni, quando la funzionaria greca venne rinchiusa per sedici ore in una cella al freddo e senza coperte. Un comportamento definito "da tortura" da parte dei suoi legali, che però non riuscivano a ottenere ascolto. Nel periodo che ha trascorso in carcere ha visto sua figlia, poco più che neonata, un paio di volte e per poco tempo.

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Mattia Polver
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