Carlo Pacifici è stato nominato Presidente dell'Associazione Italiana Arbitri nel corso dell'Assemblea Generale dell'AIA. Dirigente della sezione di Roma 1, era l'unico candidato delle elezioni che si sono svolte al Centro Tecnico Federale di Coverciano. Ha ottenuto 260 voti favorevoli con 50 schede bianche su 310 delegati che hanno espresso il voto. Il suo vice sarà Alberto Zaroli e rimarrà in carica per i prossimi quattro anni. Pacifici raccoglie le redini dell'associazione dopo le dimissioni di Alfredo Trentalange arrivate lo scorso dicembre in seguito allo scandalo legato all'arresto dell'ex procuratore capo degli arbitri, Rosario d'Onofrio, per traffico di droga internazionale. "Grazie di cuore a chi mi ha votato e anche a chi non mi ha votato, è il bello della democrazia: da domani sarò il presidente di tutti, nessuno escluso. Da domani ci rimbocchiamo le maniche per il bene, l'interesse e il futuro della nostra associazione" sono state le prime parole del nuovo Presidente dell'AIA.
Per capire chi è Pacifici ripercorriamo la sua lunga carriera all'interno del mondo arbitrale. Entrato nell'associazione nel 1975 per cominciare la sua avventura arrivando all'esordio in Serie A esattamente vent'anni dopo, era il 21 maggio del 1995 quandò debuttò nella sfida fra Reggiana e Brescia terminata per 2-0 per i padroni di casa emiliani. Diversi anni nella massima serie per poi avviare la sua carriera da dirigente arbitrale, che lo porta ad essere considerato tra i migliori formatori della scuola arbitrale romana e nazionale. Ne sono testimonianza le esperienze come Vice-Commissario CAN D (1995-1997), Presidente del CRA Lazio (2006-2009), Commissario CAI (2009-2013), e Commissario CAN D (2013-2017). Il 14 novembre 2016 entra nella Hall of Fame della Sezione di Roma Generoso Dattilo. Dal marzo 2021 è componente del Comitato Nazionale AIA.
L’impegno forte e irrinunciabile di questa Associazione è quello di essere sempre inclusivi e dare a ciascuno opportunità, partendo dalle capacità e dalle competenze e mai dalle differenze. Abbiamo davanti a noi tante idee, progetti e traguardi da raggiungere insieme. Ma i progetti e le idee non possono prescindere dalla qualità delle persone che li portano avanti, dai valori che sostengono ogni iniziativa e dal lavoro di una squadra. Non possiamo infatti permetterci di trascurare nessuno, di perdere opportunità, di dimenticare competenze, professionalità ed esperienze. La squadra è l’AIA con i suoi 31.583 associati. E’ il tempo della responsabilità e dello scatto in avanti. Questo è il momento di scendere in campo tutti, nessuno escluso, per rafforzare il nostro essere Associazione. Sarà un’avventura da vivere insieme" ha dichiarato a margine dell'elezione Carlo Pacifici.
Pacifici ha presentato la sua candidatura con un programma dal titolo: "Rivolto al futuro. Sempre". Un programma che guarda al futuro ma che deve partire da alcune tematiche che devono essere affrontate nei primi novanta giorni: la violenza, il doppio tesseramento, l’aumento delle diarie e il valore della tessera federale. Sfide importanti che saranno difficile da risolvere nell'arco dei primi tre mesi ma "garantiamo che trovare una risposta alle tante sollecitazioni che ci arrivano sarà la nostra priorità assoluta".
Il tema della violenza è il primo punto che Pacifici vuole dibattere per arginare un fenomeno in costante evoluzione specialmente a livello giovanile e dilettantistico. Innanzitutto vuole potenziare l'Osservatorio sulla Violenza: non più solo raccolta dati ma anche funzione politica con l’inserimento di una nuova figura associativa di prestigio che possa relazionarsi con efficacia con le Forze dell’Ordine, i Questori e i Prefetti. Questo problema potrebbe infatti minare l'iscrizione di nuovi ragazzi ai corsi da arbitro che fortunatamente vede un incremento dopo anni di flessione. A tal proposito occorre, secondo il programma, un tavolo di lavoro con la Federazione per concordare un adeguamento ormai non più rinviabile per motivazione legate al costo dei carburanti, alle tariffe autostradali, ai costi generali ma anche a un elementare principio di «dignità e
rispetto» verso chi mette a disposizione del mondo del calcio tempo, competenza e professionalità.