Proseguono le indagini sulla morte di Marcello Vinci, il giovane pugliese trovato morto in strada in Cina lo scorso marzo. Secondo le autorità locali, il 29enne, che si trovava all'estero per motivi lavorativi, si sarebbe suicidato, gettandosi dal 35esimo piano di un edificio. Una ricostruzione che non convince i familiari della vittima che, oltre a chiedere giustizia, aspettano ancora che sia riconsegnata loro la salma del ragazzo. Per riaverla, dicono, dovranno sborsare ben 30mila euro.
Il corpo del ragazzo era stato trovato senza vita nella notte tra il 5 e il 6 marzo scorsi. Originario della Puglia, il 29enne, con alle spalle una laurea in studi internazionali, si trovava in Cina da anni per motivi lavorativi, ma, di recente, aveva accennato all'ipotesi di potersi trasferire, sfiancato dalle pesanti restrizioni anti-Covid imposte ai cittadini dal governo cinese per fronteggiare la pandemia da Covid-19. Anche per questo le autorità locali hanno ipotizzato che possa essersi suicidato, gettandosi dal 35esimo piano di un edificio di Shangai. Una versione dei fatti che però non convince i familiari della vittima, intenzionati a fare luce su quanto accaduto.
Secondo loro, infatti, Marcello potrebbe essere stato ucciso. Stava bene, dicono, e non avrebbe avuto nessun motivo per farla finita. Inoltre, nel report fatto recapitare loro dalla polizia cinese attraverso l'avvocato che li rappresenta, ci sarebbero delle incongruenze. E si parlerebbe di un uomo, un 45enne che loro figlio avrebbe conosciuto poco prima di togliersi la vita, dal quale sarebbe stato invitato a cena proprio la sera del presunto suicidio.
ha raccontato Angela Berni, madre del 29enne, al Corriere, spiegando di avere dei sospetti nei confronti dell'uomo, lo stesso che avrebbe allertato i soccorsi e che, dopo essere stato fermato per una quindicina di giorni, sarebbe stato rilasciato.
ha proseguito. Sul corpo della vittima le autorità non avrebbero ancora svolto l'autopsia. Anche per questo i genitori di Marcello attendono di poter riavere indietro la salma.
Stando a quanto raccontato dai genitori, la Cina avrebbe chiesto ben 30mila euro in cambio della riconsegna della salma. Il Consolato Generale d'Italia a Chongqing starebbe continuando a seguire il caso, in stretto contatto con la Farnesina e il legale che difende la famiglia, residente nel Paese asiatico. L'obiettivo è ricostruire le esatte dinamiche di quanto accaduto e gestire nel migliore dei modi gli step che seguiranno. Resta, intanto, la disperazione dei genitori. "Mi dicono che le indagini procedono ma io sono molto demoralizzata. Al dolore per la perdita di mio figlio si aggiunge l'amarezza di non sapere cosa sia successo", ha dichiarato ancora la madre del 29enne, straziata dalla vicenda. Sui social ha già lanciato diversi appelli per chiedere a chiunque abbia conosciuto suo figlio o sia a conoscenza di qualche elemento potenzialmente utile per le indagini di farsi avanti.