Chiedersi chi è José Luis Mendilibar, l'allenatore del Siviglia, diventa fondamentale per dare forma a una squadra dal doppio volto, nicchiante in Liga e formidabile in Europa League. Il fatto che, per antonomasia, l'Europa League sia l'habitat naturale della compagina andalusa non deve togliere nulla al lavoro che Mendilibar, allenatore di certo non altisonante, sta facendo dentro e nell'area limitrofa del Ramón Sánchez-Pizjuán, facendo sognare la marea bianca di tifosi del Siviglia che ieri ha liquidato il blasonato Manchester United dai quarti di finale dell'iridata competizione.
Carriera umile da calciatore, senza dubbio. Bilbao Athletic, Logrones, Sestao e Lemona. Nulla di che, apparentemente, per chi nella vita è sempre stato a centrocampo e ha cercato di tenere le redini del gioco. In piccolo, l'ha fatto e l'ha provato a fare in queste società basche nelle categorie inferiori. Il popolo basco nel cuore per l'uomo nato a Zaldibar, un paesino immerso nel verde autonomo, una frazione di mondo con neanche tremila abitanti complessivi.
La carriera sul campo, dunque, la vive nel suo "buen retiro", a pochi passi da casa. Allo stesso modo comincia la sua carriera, partendo dal Club Deportivo Arratia. Lì, in terra basca, rimane per le giovanili dell'Athletic Bilbao e per andare poi nella squadra riserve. Sempre più vicino ai baschi biancorossi, si porta avanti con tre tappe: Aurrerà Vitoria, Lanzarote e Eibar, prima di arrivare a essere il leader dell'Athletic Bilbao. Poca fortuna, tuttavia, per un'occasione vitale: Mendilibar verrà esonerato per scarsi risultati.
Continua tuttavia a galleggiare in Liga, senza alcun problema. Arriva al Real Valladolid e ci resta fino al primo febbraio del 2010, cercando di imprimere il suo gioco per quasi quattro anni. Dopo, altre tappe, ben quattro: Osasuna, Levante, Eibar e Alavés, fino a quando non si ritrova a subentrare in corsa in una stagione cruciale per la sua squadra odierna, il Siviglia. La compagine andalusa esonera Jorge Sampaoli e sceglie proprio lui, José Luis Mendilibar, per prendere il posto del tecnico argentino.
La vera forza di José Luis Mendilibar, più che nella tattica in sé, risiede nella capacità di essere un valido e grande motivatore di compagini in situazioni disastrate. E' stato il suo marchio di fabbrica nelle squadre che ha allenato, tutte in lotta per non retrocede, e lo è anche adesso nel Siviglia, preso nei bassifondi della classifica in Liga e riportato in una situazione di classifica serena. Tutto condito dal vero Dna europeo della squadra regina dell'Europa League/Coppa Uefa, una semifinale in quello che si può considerare l'habitat naturale del Sevilla stesso.
Pare che il rialzare la testa, riportare tutto con rabbia e il ridare motivazione sia un altro obiettivo raggiunto da Mendilibar, che riparte dal classico 4-2-3-1 tutto spagnoleggiante con l'1 che è rappresentato da En-Nesyri, vero pilastro offensivo di una squadra che ora, in semifinale, se la dovrà vedere con la Juventus di Massimiliano Allegri. Una sfida tra due squadre diverse per natura ma simili per "garra" agonistica, in un contenzioso panchinaro che è destinato a fare la storia dell'una e dell'altra rosa.