27 Apr, 2023 - 11:00

Tumore al seno: quanto colpisce, sintomi e prevenzione

Tumore al seno: quanto colpisce, sintomi e prevenzione

Il tumore al seno è una delleneoplasie più diffuse in Italia e colpisce circa una donna su otto. Fortunatamente nel corso degli anni molto è stato investito nella ricerca in questo ambito, sia per le cure da prestare, sia sugli screening preventivi. Grazie a questo non solo è possibile diagnosticare il tumore al seno precocemente, ma anche intervenire con le corrette terapie, che evitano lo svilupparsi della patologia. Puntare sulla prevenzione è essenziale, perché di fatto salva molte vite.

Tumore al seno: quali sintomi?

Per comprendere i sintomi e fare un’efficace prevenzione è consigliabile ricorrere a screening periodici, consultare il proprio medico e affidarsi a portali e canali di professionisti e siti specializzati per meglio individuare i sintomi del tumore al seno. Nello specifico alcuni sintomi di questo tipo di neoplasia sono particolarmente riconoscibili e consentono di ricorrere rapidamente all’aiuto dei sanitari. Tali sintomi possono essere correlati anche ad altre patologie, ma per chi li manifesta è consigliabile rivolgersi al proprio medico, che saprà consigliare sui passi successivi.

Tali sintomi sono:

  • Gonfiore del seno: che in alcuni casi si manifesta su una singola mammella;
  • Presenza di noduli: che si possono avvertire alla palpazione. L’autopalpazione è uno dei gesti di prevenzione più importanti, perché consente di avvertire questo sintomo, che spesso non è correlato a dolore o gonfiore;
  • Cambiamenti nella forma e nel colore del capezzolo: tale sintomo si può facilmente notare guardandosi allo specchio;
  • Rientro del capezzolo più o meno accentuato: in genere tutti i cambiamenti di questo genere sono segnali da riportare al proprio medico;
  • Sangue dal capezzolo o secrezioni di sebo: come per altri sintomi, anche questo è correlato a un’infiammazione della mammella;
  • Aumento della VES: il medico di famiglia cui si riportano uno o più sintomi tra quelli sopra elencati suggerisce sicuramente di sottoporsi a un esame del sangue, esame che consente di evidenziare l’aumento della velocità di eritrosedimentazione, spesso correlata alla presenza di tumori.

Prevenzione primaria

Come abbiamo già anticipato, il tumore al seno è oggi tra le forme di neoplasia che si riescono più facilmente a curare. Perché ciò avvenga è però importante la diagnosi precoce, che consente di intervenire non appena la patologia ha cominciato a svilupparsi. La prevenzione è quindi essenziale; quella primaria perché è importante sapere che l’incidenza del tumore al seno è in costante aumento, quella secondaria per rendere sempre certe e tempestive. Per prevenzione primaria si intende l’assunzione di uno stile di vita che consente di limitare i fattori di rischio per il tumore al seno, almeno quelli controllabili da ogni donna. Tali comportamenti virtuosi consistono nell’evitare il fumo, nell’evitare l’aumento di peso e il consumo di bevande alcoliche, nel mantenere una vita attiva, praticando sport con una certa regolarità. Tra i fattori di rischio vi è anche la dieta squilibrata: prediligere alimenti vegetali, con tanta frutta e verdura di stagione è quindi un altro comportamento virtuoso.

Prevenzione secondaria

Per prevenzione secondaria si intende l’abitudine a sottoporsi a test di screening, che sono solitamente gratuiti per tutte le donne con età superiore ai 40 o 50 anni, a seconda della Regione in cui si vive. Il primo strumento di prevenzione di tumore al seno è la palpazione che, come abbiamo già detto, consente di verificare la presenza di noduli non dolorosi, già alla loro prima comparsa. Il secondo è la mammografia, un esame non invasivo che permette di verificare la presenza di un tumore. Tra i 40 e i 50 anni sarebbe opportuno sottoporsi a mammografia ogni anno, successivamente tale esame può essere calendarizzato ogni 2 anni. Nelle donne over 50 la prevenzione secondaria permette di ridurre la mortalità da tumore al seno fino al 40%. La mammografia è consigliata anche alle donne più giovani, se è presente una certa familiarità con la patologia.

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Michela Crisci
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