Le cronache di Cipro riportano quello che può essere considerato il primo attacco al di fuori di Russia e Ucraina contro un'istituzione riconducibile ai due Paesi. Nel dettaglio, un grande incendio è scoppiato al Centro russo culturale e scientifico di Nicosia, capitale della piccola isola ellenica. Gli artificieri che si sono occupati di spegnere il rogo hanno rintracciato l'arma del bombardamento: si tratta di una molotov.
Secondo il giudizio della direttrice, ripresa dalle principali agenzie di stampa di Mosca, l'obiettivo non era quello di lanciare un avvertimento ma di seminare morte e distruzione. Il motivo? Stando alla sua versione dei fatti la bomba è stata lanciata nella zona degli uffici.
Nessun commento da parte delle principali figure istituzionali del Cremlino, così come gli ambasciatori presso Cipro. L'edificio è chiaramente riconoscibile dall'estero grazie a una maxi bandiera russa che campeggia su uno dei lati del blocco.
Alla base dell'incendio scoppiato al Centro culturale e scientifico a Nicosia, Cipro, ci sarebbe un solo mandante. Lo affermano testimoni oculari che si trovavano nell'area al momento del rogo, una grande area commerciale nel centro della capitale cipriota.
Non si segnalano fortunatamente vittime, anche se i soccorritori continuano nelle ricerche per setacciare l'intera zona. Non sembrano esserci grandi dubbi sulla ragione alla base dell'attacco:
Si cerca di indagare sulle "cellule" filoucraine dissidenti presenti a Cipro. Sul caso è stato aperto un fascicolo, ma le cause dell'incendio saranno indagate in collaborazione con la polizia e con altri servizi statali solo una volta domato del tutto l'incendio. Il centro era in fase di ristrutturazione ed è considerato dagli abitanti e dai suoi frequentatori un luogo popolare per mostre d'arte e spettacoli teatrali.