L’Inter acquistò Zinho Vanheusden nel 2015 con il difensore belga appena sedicenne. Era considerato tra le più grandi promesse della scuola fiamminga e dimostrò tutte le sue qualità fin da subito. Nel settore giovanile nerazzurro vinse immediatamente il campionato Primavera e la Coppa Italia di categoria tanto che Luciano Spalletti decise di portarlo ad allenarsi con la prima squadra. Nel 2017/18 comincia facendo la spola fra le due squadre fino al 27 settembre quando, durante un match di Youth League, riportò la rottura del legamento crociato. Cinque anni di calvario in cui è arrivato anche a pensare di dare l’addio al calcio fino alla decisione di provarci un’ultima volta finendo sotto i ferri per ritrovare la forma perduta.
Vanheusden, dallo scudetto con l’Inter al calvario
Due rotture del crociato, una frattura al piede e due volte sotto i ferri per ripulire il ginocchio. Sembra il bollettino medico di una intera carriera sfortunato invece è quanto ha patito Vanheusden in appena sei anni. Dolorosi fisicamente gli infortuni, ancor più tosta la ripresa mentale all’ennesima ricaduta che ad un certo punto ha fatto pensare al difensore belga di smettere con il calcio come racconta in una intervista al portale De Morgen:
Ho lottato per due anni. In tutto questo tempo non ho rilasciato interviste. Non mi sentivo abbastanza a mio agio per questo. Cosa avrei dovuto dire? posso allenarmi senza dolore per la prima volta in due anni. Ho ritrovato il mio sorriso. Prima di subire l'infortunio al piede, mi sentivo sempre forte e convinto che sarei tornato. Ma questa volta... Ero appena tornato e dovevo sottopormi a un'altra operazione. Ha perso altri tre mesi e in realtà ha perso un'altra stagione. Avevo davvero finito. Il calcio è la mia vita, ma quando ne hai passate tante e ti rompi di nuovo il piede pensi che è stato bello. Ho davvero pensato di smettere. Ci sono molte persone che mi hanno aiutato, ma alla fine devi essere tu ad aiutarti. Nessun'altro può farlo per te
Girandola di prestiti per l'Europa
Il contratto con l’Inter è fino al 2026 con il club di Appiano Gentile che non sembra però puntarci più come un tempo mandandolo a giocare in giro per l’Europa. Tre anni allo Standard Liegi, squadra che lo ha fatto crescere, una esperienza con la maglia del Genoa e ora il prestito agli olandesi dell’AZ Alkmaar dove sembra aver ritrovato serenità e, soprattutto, continuità.
L'AZ ha sempre mostrato molta comprensione per la mia situazione. Se qualche volta dovevo rimanere a casa, andava bene. Sono grato al club per questo. Questo è il primo periodo in cui mi alleno di nuovo completamente. Sono fisicamente indietro, me ne rendo conto. Ma non devo più preoccuparmi del dolore. Se posso aiutare la squadra, lo farò sicuramente. La cosa più importante per me è solo mettermi in forma da qualche parte per iniziare una preparazione. Non lo faccio da tre anni. Tornare all'Inter? Certo è un bel club, ma non sono qui per dire che devo arrivarci nei prossimi anni. A causa di tutto quello che è successo, ho entrambi i piedi per terra. Non mi occupo di pianificazione della carriera. Non sai come andrà la vita. Spero un giorno di poter tornare allo Standard Liegi. E’ il mio club quindi la considererò sempre questa opzione. Se entrambe le parti troveranno l'accordo meglio, è possibile quest'estate. Quell'amore durerà sempre. Quindi, se mi chiedessi ora se firmerei per dieci anni senza infortuni allo Standard, probabilmente lo farei. Se non altro perché mi mancava così tanto poter giocare ogni settimana. Non mi sentirete dire che giocherò mai la finale di Coppa del Mondo o di Champions League, sarebbe una follia. Fatemi prima giocare
L'esperienza lo scorso anno al Genoa non fu negativa. Prima con Ballardini e dopo con Shevchenko stava giocando con frequenza collezionando sedici presenze tra Serie A e Coppa Italia, un intoppo muscolare messo in conto dopo tanta assenza ma il sorriso era tornato. Poi nuovamente il ginocchio a dare fastidio fino alla decisione di tornare sotto i ferri per provare ad eliminare il problema definitivamente:
Anche se i risultati non sono stati ottimi, le cose sono andate bene in Italia. Al Genoa ho giocato le migliori partite nei migliori stadi contro i migliori giocatori. Dopo 16 partite mi sono infortunato di nuovo. Dovevo fare una scelta: operarmi oppure continuare a giocare con il dolore, sapendo che il problema poteva solo peggiorare. Ci ho provato per qualche partita, ma alla fine ho scelto di non mettere a repentaglio la mia carriera. Voglio giocare a calcio per molto tempo, quindi ho optato per l’operazione. Stagione finita