Yevgeny Prigozhin, capo del gruppo Wagner (formazione mercenaria affiliata all'esercito russo), ha esplicitato la minaccia di lasciare le sue posizioni vicino a Bakhmut se non riceverà nuovi rifornimenti dal Cremlino.
Si tratta dell'ennesima puntata della telenovela tra lo stesso Prigozhin e il Cremlino, che fa crollare la narrazione idilliaca sventolata dai media russi. Un rapporto di amore e odio in cui il gruppo Wagner cerca di ritagliarsi il suo spicchio di celebrità, dopo mesi passati ad accerchiare il villaggio simbolo della resistenza ucraina.
Quanto riportato, inoltre, non è frutto di un'indiscrezione dei media occidentali, bensì fiato dello stesso Prigozhin. In un'intervista rilasciata a un gruppo Telegram di armi, il leader ha dichiarato di aver inviato una lettera al Ministro della Difesa russo Sergey Shoigu con il suo ultimatum. Il timore per Prigozhin è che Putin dirotti altrove le sue forze, abbandonando Wagner al suo destino contro le truppe di Kiev.
Come detto, è tutta una questione di reputazione. Nella lettera, infatti, pare che il numero uno del gruppo Wagner abbia accusato Shoigu di aver "rubato" il merito dei progressi fatti a Bakhmut. Insomma, Prigozhin continua a perdere pezzi lungo i fianchi, con Mosca stanca di non riuscire a sfondare dopo oltre 7 mesi di assedio al piccolo villaggio del Donbass. Infine, molti dei combattenti che si sono arruolati come mercenari hanno perso la vita: il bilancio delle vittime è inversamente proporzionale all'avanzata russa sul fronte.