Accadde oggi 30 aprile 1993: Tangentopoli, Craxi sotto assedio. La Camera dei deputati respinge quattro delle sei autorizzazioni a procedere per corruzione e ricettazione richieste dalla magistratura contro l’allora leader del PSI; la sera Craxi viene accolto davanti all’Hotel Raphael di Roma da numerosi manifestanti che iniziano a lanciargli delle monetine e altri oggetti per protesta.
Lo storico leader del Partito Socialista Italiano fopo lo scandalo di Tangentopoli e le tante accuse a suo carico, morì ad Hammamet in Tunisia dove si era rifugiato. Dirigente della gioventù socialista, membro del comitato centrale del PSI dal 1957 ed esponente della corrente autonomista, Craxi entrò nella direzione del partito nel 1965 e fu tra i promotori dell’unificazione tra socialisti e socialdemocratici.
Luglio 1976: Bettino Craxi viene eletto segretario del Partito Socialista Italiano. Da leader del partito portò avanti una linea rivolta al rafforzamento del ruolo autonomo del PSI, specialmente verso il PCI, contro il quale fu in aperta polemica al fine di riequilibrare le forze della sinistra. Allo stesso tempo, strinse un’alleanza di governo, spesso conflittuale, con la Democrazia cristiana.
Dall’agosto 1983 al marzo 1987, Craxi guidò consecutivamente due governi di coalizione tra DC, PSI, PSDI, PLI e PRI, il famoso pentapartito. Coinvolto nelle inchieste giudiziarie su Tangentopoli, nel febbraio del 1993 Craxi si dimise da segretario del PSI. Per sfuggire ai processi si rifugiò in Tunisia nel 1994. Morì ad Hammamet il 19 gennaio del 2000.
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