Il primo anno del Monza in Serie A è memorabile. Dopo un inizio complicato con Giovanni Stroppa in panchina arriva l'intuizione della coppia Berlusconi-Galliani che decide esonerare il tecnico della storica promozione e affidare la guida della squadra al debuttante Raffaele Palladino. Mai scelta si rivelò più azzeccata, il Monza comincia a macinare risultati mettendo in mostra un gioco moderno e divertente arrivando a raggiungere la matematica salvezza con sei giornate d'anticipo dopo la vittoria in casa dello Spezia per 0-2. Gioia e soddisfazione per un cammino di alto livello per un club al primo approccio al campionato che però costerà caro al Presidente che dovrà sborsare oltre 40 milioni di euro per tutti i riscatti diventati obbligatori con la permanenza in Serie A.
Alessio Cragno fu uno dei colpi più sorprendenti che il Monza si è regalato per la promozione in Serie A. Portiere del Cagliari appena retrocesso in pianta stabile nella nazionale di Roberto Mancini, Cragno era spesso accostato alle big che poi non hanno mai affondato il colpo. Arriva in Brianza a sorpresa con un prestito oneroso con diritto di riscatto fissato a 3,6 milioni di euro che sarebbe appunto diventato obbligatorio in caso di salvezza. Nonostante il suo acquisto aveva lasciato tutti stupiti, in una stagione ha raccolto appena quattro presenze complice anche l'esplosione di Michele Di Gregorio. Rabbia e amarezza per un portiere che sembra dimenticato come spiega il suo agente Graziano Battistini:
Rilanciato da sei mesi di prestito all'Udinese nella scorsa stagione, ad agosto arriva l'accordo tra Monza e Arsenal, proprietaria del cartellino. Pablo Mari si trasferisce così in Brianza in prestito con diritto di riscatto diventato obbligatorio a salvezza ottenuta per un esborso di 5 milioni di euro. Ha portato esperienza e qualità alla difesa di Palladino mettendo insieme 26 presenze tra campionato e Coppa Italia. Vittima di una brutale aggressione al centro commerciale di Assago alle porte di Milano lo scorso dicembre in cui è stato accoltellato alla schiena da un uomo di 46 anni con problemi psichici. Operato d'urgenza per la ricostruzione di due ventri lesionati, è rimasto lontano dai campi per due mesi.
Classica favola a lieto fine. Il Monza si è regalato per la Serie A il ritorno a casa di Matteo Pessina, cresciuto nelle giovanili prima della ribalta ottenuta con l'Atalanta. I brianzei lo prelevano proprio dagli orobici sempre con la stessa formula ma questa volta il riscatto è a cifre importanti, 15 milioni di euro. Un investimento esoso ma che ha ripagato abbondantemente a cui è stata aggiunta la responsabilità della fascia da capitano. 29 presenze in camionato con 4 reti e 2 assist per il centrocampista che ha ritrovato la forma migliore che gli aveva consentito di vincere l'Europeo in maglia azzurra.
Prodotto del vivaio della Roma, si è sempre parlato un gran bene ma senza mai trovare la consacrazione girovagando per l'Italia. Poi lo scorso anno arriva l'exploit con l'Hellas Verona che fiuta la plusvalenza cedendolo al Monza in estate. Riscatto ad otto milioni a cui se ne aggiunge un nono di bonus. Meno prolifico della stagione precedente ma ugualmente importante per il gioco di Raffaele Palladino che gli chiede di essere la seconda punta senza punti di riferimento per gli avversari. All'alba dei trent'anni ha trovato la sua dimensione dove poter rimanere a lungo.
Sfumato Andrea Belotti, il Monza vira su Andrea Petagna trovando un accordo con il Napoli per il riscatto a 10 milioni di euro più uno e mezzo di bonus. Due soli gol in campionato sono un bottino troppo povero per un centravanti anche se ha dovuto lottare per il posto con Danny Mota e Christian Gytkjær. Nonostante la poca freddezza sotto porta, la sua generosità al servizio della squadra è stata indiscutibile e apprezzata da Palladino che più volte ne ha elogiato pubblicamente il comportamento.