Dove qualcuno vede un segnale, un governo all’opera nella festa dei lavoratori, altri vedono un affronto. Un dl sui lavoratori il 1° maggio. La storia del rapporto fra il governo Giorgia Meloni e i sindacati sembra essere arrivato a un punto di svolta. Fatto di risentimento e manifestazioni di piazza.
Eppure tutto sembrava andare a gonfie vele, con Maurizio Landini della CGIL che aveva anche invitato il presidente del Consiglio a partecipare e ad intervenire nel corso dell’assemblea del sindacato a Rimini lo scorso marzo. All’epoca, alcuni lasciarono la sala con il pugno alzato, convinti di un governo da contrastare e non con cui apparentarsi. E adesso, anche i vertici della Confederazione Generale Italiana del Lavoro devono essersi convinti. Convinzione palesatasi ancor prima dell’approvazione del dl lavoro.
Più che le misure, non hanno convinto i modi tenuti dal governo. I sindacalisti infatti ribadiscono la poca considerazione tenuta dal consiglio dei ministri nei loro confronti, convocati la sera di domenica in vista di un Cdm che si sarebbe tenuto lunedì. Lunedì primo maggio, per giunta.
Dall’altra parte, la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone si dice convinta che CGIL, CISL e UIL debbano prendere atto del fatto che c'è una volontà di ascolto e di dialogo. Poi c'è un governo che deve prendere le sue decisioni. E nel decreto – sottolinea la Calderone - ci sono molti passaggi che penso possano essere apprezzati abbondantemente dai sindacati. Anche perché, continua la ministra il governo ha tenuto conto delle richieste delle sigle. Ma, a notte fonda, lo strappo non si è ricucito. Anzi.
A poter sfruttare questa nuova tensione fra maggioranza e parti sociali, il centrosinistra. Giuseppe Conte, dal canto suo, ha annunciato già il 1° maggio di voler organizzare una grande manifestazione contro l’esecutivo, Elly Schlein invece ribadisce come il Pd vorrà contrastare questo provvedimento in Parlamento ma anche in tutte le mobilitazioni. Saremo – tuona la segretaria Dem - a fianco delle mobilitazioni sindacali. E così, mentre la sinistra cerca una linea comune con i sindacati, il Terzo Polo si frattura nuovamente: se Matteo Renzi accusa il governo di fare propaganda con questo disegno di legge, a elogiarlo è Carlo Calenda. Schieramenti che mutano, alleanze che cambiano, tensioni che sfociano.