Accadde oggi, 11 maggio 1948: Luigi Einaudi eletto al Quirinale. Luigi Einaudi è stato un economista e un uomo politico nato a Carrù in provincia di Cuneo nel 1874 e morto a Roma nel 1961. Presidente della Repubblica Italiana dal 1948 al 1955, Einaudi fu un convinto seguace del liberalismo classico; sostenne sempre le teorie liberali e la politica liberista, e lottò per la perequazione tributaria e la moralizzazione della vita parlamentare.
Luigi Einaudi prima di salire al Colle fu: professore di scienza delle finanze all'Università di Torino, socio nazionale dei Lincei, collaboratore de La Stampa e del Corriere della Sera, direttore della Riforma sociale e della Rivista di storia economica, senatore del Regno d’Italia dal 1919. Davanti al fascismo Einaudi tenne un atteggiamento di opposizione figurando tra i sostenitori del federalismo europeo.
Dopo l'8 settembre 1943, Luigi Einaudi riparò in Svizzera. Rientrato in Italia, fece parte della Consulta nazionale, fu governatore della Banca d'Italia, deputato all’Assemblea Costituente, presidente dell'Istituto della Enciclopedia Italiana, vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro del Bilancio, senatore dall'aprile 1948 e infine presidente della Repubblica Italiana. Venne eletto 75 anni fa con 518 su 872.
Dopo il 1955, Luigi Einaudi tornò alle attività parlamentare e pubblicistica. Fu strenuo ed efficace difensore della stabilità della nostra vecchia moneta: la lira. In generale, di fronte allo svilupparsi, sotto lo scudo della vecchia formula del "laissez faire", di nuovi e più pericolosi privilegi e concentrazioni di potere, sostenne sempre più decisamente posizioni "neoliberali". Ovvero, denunciò, proprio in nome delle premesse ritenute tuttora valide dell'economia classica, le crescenti violazioni del meccanismo della concorrenza e richiesta degli interventi e dei vincoli giuridici necessari a ripristinare e difendere la libertà di mercato.
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