Pupo ha rinunciato al ruolo di giurato al Festival Road to Yalta in Russia. La sua decisione di partecipare nelle vesti di giudice e ospite d’eccezione aveva scatenato le critiche. Ora, il cantautore ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a fare dietrofront. Ecco cosa ha detto.
La notizia della partecipazione di Pupo al Festival in Russia aveva generato scalpore e polemiche. Dopo l’annuncio, il cantante è stato travolto da un’ondata di critiche. A pensare che la sua decisione fosse inopportuna erano stati anche alcuni volti noti del mondo dello spettacolo. Tra questi, anche Al Bano aveva dichiarato di esserne rimasto perplesso e di non condividere affatto la scelta del collega.
A distanza di pochi giorni è arrivata la rinuncia di Pupo all’evento. Il cantautore ha fatto dietrofront, dicendo:
"È successo l’imprevedibile sulla mia partecipazione al festival Road to Yalta. Ho deciso di non partire per Mosca. Il motivo? Non certo per le polemiche e per tutto ciò che è accaduto in questi giorni ma per un fatto che vi spiegherò più avanti".
Ora, proprio Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, è intervenuto in prima persona sulla questione. Il cantautore ha svelato cosa lo ha spinto a rinunciare al ruolo di giurato al Festival "Road to Yalta" che si è tenuto lo scorso 2 maggio in Russia. Secondo quanto riportato da Fanpage, in una lettera aperta consegnata a Dagospia, il cantautore ha rivelato alcuni retroscena sulla vicenda. Tornando a parlare dei motivi che lo hanno spinto a fare un passo indietro, ha spiegato la sua posizione dicendo:
"Ho promesso che avrei dato una spiegazione alla rinuncia di partire per Mosca e di partecipare al Festival della canzone patriottica intitolato road to Yalta. Le mie canzoni hanno solo portato, dalla fine degli anni 70 fino ad oggi, in quei paesi, solo un messaggio di serenità e di pace. Non sono andato a Mosca per tutelare la mia famiglia, i miei amici, i miei collaboratori, le persone che vivono accanto a me e che della mia attività fanno un punto di riferimento per mantenere le loro famiglie, di una famiglia molto allargata che si ama e che io amo. Ho collaboratori molto molto legati a me che lavorano e girano il mondo con me da più di quarant’anni. Quindi è molto semplice: viviamo in un periodo di, consentitemi di dire, di pura follia, in cui ogni gesto viene strumentalizzato al punto da poter creare problemi indicibili e molto molto gravi, che danneggiano le famiglie e le persone.
L’artista, poi, ha continuato spiegando di non aver partecipato all’evento per via di alcune minacce e intimidazioni. Secondo quanto affermato dal cantante, gli stessi organizzatori del Festival gli avrebbero consigliato di non partire per Mosca, proprio per tutelare la sua famiglia e tutte le persone a lui vicine. Ecco le sue parole:
Ho ricevuto davvero, non parlo degli insulti e degli epiteti, parlo di minacce reali di persone che si sono insinuate non so come nella mia privacy, e in qualche modo mi hanno fatto riflettere sul da farsi in questa circostanza. Ho telefonato ai miei amici, organizzatori del Festival Road to Yalta, mi sono consultato con loro ho raccontato loro cosa stava accadendo in Italia e sono stati loro i primi a dire: ‘No, Enzo non devi mettere a rischio né la tua incolumità fisica e professionale ma soprattutto nemmeno quella di chi con te vive e vive del tuo lavoro. Non devi mettere a rischio nemmeno le loro famiglie e la tua famiglia’. Sono stati i primi loro a dirmi che sarebbe stato meglio non partecipare quest'anno e aspettare tempi migliori più pacifici e più sensati per poter tornare in giro per il mondo, in giro per l'est, ovunque io possa portare la mia musica.
Poi, Pupo ha voluto lasciare un messaggio di pace, spiegando qual è la sua opinione su quello che sta accadendo tra i russi e gli ucraini. Ecco cosa ha detto in proposito:
Io ho conosciuto i russi e gli ucraini, come i kazaki e come gli uzbeki, tutti i popoli dell'ex Unione Sovietica li ho conosciuti nel momento in cui erano tutti insieme e so quanto amore e la fratellanza che ha sempre legato anche proprio i due popoli soprattutto gli ucraini e russi e oggi assistere a quello che sta accadendo per me è una pugnalata al cuore. Perché io ho cantato ovunque in Ucraina in tutte le città che adesso sono sotto attacco io minimo ho fatto 4/5 concerti e per ogni città nel corso degli anni e ho anche cantato in tutta la Russia, quando c'era la pace, quando i due popoli erano fratelli e quando non era iniziata questa faida familiare. Perché di questo si tratta. A mio avviso si tratta di un conflitto fra parenti, un conflitto che noi non possiamo giudicare con la superficialità di dividere un aggredito dall’aggressore o di dividere il mondo fra buoni e cattivi. Spero vivamente che presto torni la pace perché voglio tornare a cantare in Russia, in Ucraina, ovunque.