Nell'incontro con i nuovi ambasciatori di Islanda, Bangladesh, Siria, Gambia e Kazakhstan presso la Santa Sede, Papa Francesco descritto il quadro geopolitico attuale con un'espressione forte: "Viviamo un terza guerra mondiale a pezzi". Il Pontefice si riferisce allo scontro tra NATO e Russia, che ha propaggini in molti conflitti del mondo: Ucraina, Sudan, Siria.
Il Santo Padre ha ripercorso i maggiori conflitti contemporanei e le aree al mondo dove c'è maggiore instabilità e sofferenza:
Il Pontefice ha inoltre menzionato il legame tra la crisi migratoria e gli effetti catastrofici del riscaldamento globale, specialmente nelle aree calde del globo:
Papa Francesco ha dunque polemizzato contro la mentalità "bellicista" che crea rivalità tra le nazioni, più concentrate ad armarsi che ha difendere i diritti umani:
"Finché non arriveremo a questa consapevolezza", ha aggiunto Papa Francesco "continueremo a vivere quella che ho definito una terza guerra mondiale combattuta a pezzi". In generale, non dovremmo avere paura, secondo il Papa, di utilizzare l'espressione "Guerra Mondiale", perché è ciò che sta avvenendo: il Santo Padre punta il dito contro i cosiddetti conflitti per procura, in cui due nazioni rivali non si affrontano direttamente, bensì provocando disordini e conflitti nelle rispettive aree di dominio. Riferimento indubbio all'Ucraina, su cui la posizione del Santo Padre è tutt'altro che univoca: in più occasioni ha criticato "l'abbaiare della NATO alle porte della Russia". Forse, un tentativo di bilanciamento attraverso l'esercizio della "neutralità positiva" propria del Vaticano.
Il discorso del Santo Padre è stato pronunciato in italiano. Curiosamente, agli ambasciatori non è stata consegnata alcuna traduzione: è dunque probabile che, a meno che qualcuno degli ambasciatori conoscesse già la nostra lingua, nessuno abbia capito niente del discorso del Pontefice. Il Papa si è poi scusato del disguido, promettendo che avrebbe fatto arrivare agli ambasciatori, in seguito, delle traduzioni del proprio discorso.