Le alluvioni in Somalia hanno provocato un grandissimo numero di sfollati e s'iniziano a contare anche le prime vittime. Le Nazioni Unite lanciano l'allarme: a rischio 1,6 milioni di somali.
Un maggio anomalo nel quale si sono verificati fenomeni climatici estremi. In Italia abbiamo vissuto in questi giorni le intense piogge in Emilia Romagna che hanno causato diversi problemi ma in tutto il mondo il clima instabile si fa sentire. Nelle ultime ore in Somalia si sono verificate delle alluvioni che hanno fatto preoccupare le Nazioni Unite, questi fenomeni climatici potrebbero avere grandissimi impatti non solo sulla popolazione locale e sull'economia del Paese africano ma anche sulle migrazioni "climatiche".
Case, terreni coltivabili ed infrastrutture sono andate distrutte nell'ultima ondata di maltempo che ha investito la Somalia. A lanciare l'allarme è Stephane Dujarric, portavoce del segretario delle Nazioni Unite. Secondo le prime stime più di 460mila persone sono state colpite, tra questi 219mila sono rimasti sfollati. Dati ancora poco chiari sulle vittime del maltempo: almeno cinque persone, tra cui tre bambini, sono morte nell'alluvione ma potrebbero anche essere di più. Devastata principalmente la regione di Hiiraan a causa dell'esondazione del fiume Shabelle che attraversa Beledweyne. Se il maltempo dovesse proseguire e spostarsi verso gli altopiani le persone coinvolte potrebbero esse 1,6 milioni. Il numero di sfollati potrebbe raggiungere le 600mila unità.
Come molti Paesi di quell'area geografica, la Somalia è spesso coinvolta in fenomeni climatici estremi. Si tratta inoltre di una delle nazioni più povere del mondo ed oltre a siccità e piogge estreme deve tenere testa al terrorismo islamico e alle condizioni di vita precarie dei suoi cittadini.