Grosso guai in arrivo per l'agricoltura della Romagna: a causa del maltempo e delle alluvioni, secondo Coldiretti, la raccolta della frutta sarà a terra per i prossimi cinque anni. Oltre 10 milioni di alberi da frutto sono irrimediabilmente danneggiati e dovranno essere estirpati: questo in una regione che, come l'Emilia Romagna, contribuisce in modo significativo alla produzione europea di frutta, e che dà lavoro a 50mila persone.
L'area tra Bologna e Rimini è quella più gravemente colpita dal fenomeno alluvionale. Ma anche in altre zone, in cui le acque non hanno sommerso le piantagioni, si sono verificati gravi danni: la pioggia insistente, spesso degenerata in grandine, danneggia le colture e cause pericolose frane, particolarmente nocive per i vigneti e la viticoltura. A lanciare l'allarme è Confagricoltura Emilia Romagna, che spiega come le piante più danneggiate siano kiwi, pesca e albicocca, alberi che soffrono moltissimo il ristagno idrico..
Anche piante più resistenti, come melo, pero, susino, ciliegio e olivo, potrebbero avere subito grossi danni nelle frane e nelle maree di fango, che potrebbero avere distrutto fino a 40 milioni di alberi. Un bilancio devastante, ancora da confermare.
Confagricoltura auspica dunque l'arrivo di aiuti rapidi, pur affermando che sarà impossibile trovare sul mercato un numero sufficiente di piantine per coprire l'enorme esigenza attuale. Il rischio è quello di un collasso sociale nella regione. Secondo l'associazione, la bonifica e il riassestamento delle piantagioni potrebbero richiedere fino a 40-50mila euro per ettaro.
Anche sulle nostre tavole, l'effetto sarà tangibile. Le difficoltà nel reperire la frutta e la verdura causeranno un forte aumento dei prezzi, circa sul 9-10%.
L'Emilia-Romagna presenta alcuni dei distretti agricoli più produttivi d'Europa, che assicurano lo stipendio a ben 50mila lavoratori. Che ora, rischiano di trovarsi con le mani in mano. Il report Coldiretti è ancora più apocalittico, e anticipa il fatto che molte piantagioni hanno ormai le radici "soffocate" dall'acqua e dovranno essere ripiantate in toto.
Si pone inoltre l'accento sugli enormi danni anche a livello di attrezzature, e delle ulteriori spese che deriveranno dalla necessità di bonificare e riassestare il territorio. Oltre, ovviamente, alla necessità di prestiti e iniezioni di liquidità che gli agricoltori dovranno assumere per rimettere in piedi le attività.
Coldiretti afferma dunque che, per evitare la catastrofe sociale, è necessario organizzare in Romagna una commissione d'emergenza, similmente a come accade per i terremoti e le catastrofi naturali, ma volta alla rigenerazione del mercato della frutta. Se gli aiuti non arrivano immediatamente e non vengono organizzati per bene, i rischi sono terribili.