Ora non ci sono più dubbi: Szymon Marciniak sarà l'arbitro di Inter-Manchester City, la finale di Champions League in programma il 10 giugno a Istanbul. Parola fine sul caso aperto nella giornata di ieri dopo le indiscrezioni in merito alla partecipazione del fischietto a un evento di Alavonimir Mentzen, leader del partito di estrema destra polacca Konfederacja. Una partecipazione che ha destato la discussione dell'opinione pubblica e della stampa ma l'Uefa ha accettato le parole dell'arbitro che, dunque, non cambierà. L'ultimo atto della Coppa dei campioni sarà dunque arbitrato dall'uomo della finale dei mondiali tra Francia e Argentina.
Lo stesso Marciniak, travolto dalle critiche, ha scelto di esporsi in questo modo per quanto riguarda la questione: Dichiaro di non aver mai sostenuto o legittimato alcun partito, organizzazione politica o singolo politico e mi dissocio chiaramente da qualsiasi visione, dichiarazione e azione estremista, razzista o antisemita.
Anche l'Uefa, attraverso un comunicato, ufficializza la presenza di Marciniak come direttore di gara della finale di Champions League: "abbiamo preso con la massima serietà le accuse all’intera comunità del calcio, dal momento che rigettiamo profondamente i valori promossi dal gruppo collegato all’evento stesso. Abbiamo quindi chiesto chiarimenti con la massima urgenza e dopo aver condotto una indagine a riguardo abbiamo ricevuto una dichiarazione dal signor Marciniak che esprimeva le sue più profonde scuse e chiariva le circostanze del suo coinvolgimento nell’evento.
Un vero e proprio cataclisma mediatico si è abbattuto nelle ultime ore sul capo di Marciniak, anche se la partecipazione all'ultimo atto della Coppa dei campioni non è sembrata realmente in discussione. Un'attenuante che la Uefa ha valutato nel processo decisionale riguarda il fatto che anche NeverAgain, l’associazione polacca che aveva denunciato la partecipazione dell’arbitro all’evento del partito di estrema destra, ha successivamente optato per la richiesta di mantenere Marciniak come arbitro dell'ultimo atto. Da parte loro c'è la visione di un chiarimento sincero ed è stato considerato in modo positivo.
Il 42enne arbitro di Plock ha dunque rischiato grosso, con lo spettro della sostituzione a pochi giorni dal grande evento che nelle ultime ore sembrava essere sempre più concreto. La decisione, mai presa dalla Uefa per un evento simile, è dunque scongiurata grazie alle scuse e alla lettera che lo stesso arbitro della finale della Coppa del mondo ha pubblicato e che ha rivolto alle principali istituzioni sportive.