La tradizione è stata rotta. Dopo anni in cui il Lazio dava il suo sostegno al Pride di Roma, le cose sono cambiate con uno scomposto dietrofront. Il governatore Francesco Rocca prima acconsente, poi si tira indietro. Piovono critiche e si apre la diatriba con il presidente di Fratelli d'Italia che parla di una scelta dovuta alla "strumentalizzazione" fatta dagli organizzatori del Pride che, invece, sostengono come l'ex presidente della Croce Rossa sia stato influenzato dalle associazioni Pro Vita. Intanto Vladimir Luxuria, ascoltata da Tag24, apre un nuovo fronte, parlando di cittadini di serie A e cittadini di serie B.
Senza però lasciare chiuse in uno stanzino le preoccupazioni scaturite da un clima di odio che si sta formando a seguito della scelta regionale.
Vladimir, cosa sta succedendo quest'anno tra le Regioni e i Pride? Prima la Lombardia, poi il Lazio che prima concede il patrocinio e poi lo revoca
"Si tratta di una revoca, prima c’era stato un benestare poi un dietrofront. Probabilmente le associazioni più fondamentaliste, più integraliste, più avverse a noi, hanno fatto pressione attraverso i loro partiti di riferimento, diciamo dall’alto, per obbligare anche chi magari all’interno della regione Lazio aveva una posizione più moderata. Altrimenti non si capirebbe perché prima danno il benestare e poi lo revocano. Hanno tirato fuori la scusa dell’utero in affitto".
Ma è così?
"Nel documento del manifesto politico della piattaforma non si fa mai cenno all’utero in affitto. Non si può in cattiva fede in maniera ingannevole, far spacciare la gestazione per altri come utero in affitto. C’è una differenza fondamentale".
Qual è?
"L’utero in affitto è quando una donna si sente obbligata per ragioni economiche o povertà a mettere al mondo un bambino per qualcun altro che paga. In realtà riguarda più le coppie eterosessuali. Comunque è una pratica che diventa sempre più difficile. Diverse nazioni, come l’India, hanno messo forti restrizioni. Qui si parla di gestazione per altri, dove non c’è un compenso economico o lo sfruttamento di una donna in condizioni indigenti. Ma è una donna che, autodeterminandosi, decide la felicità altrui. La cosa che mi allarme è l’uso dell’aggettivo illegale. Quando si dà come motivazione che questa manifestazione promuove l’illegalità, è come se si dicesse con un sottinteso che è illegale anche la manifestazione. Su questo sono molto preoccupata"
Perché?
"Sto notando, e hanno avuto il tempo di prepararlo, tutto un processo di delegittimazione, di ridicolizzazione, di mettere in cattiva luce questa manifestazione".
Però alla fine è diventata una manifestazione di tutti. Anche l’anno scorso in piazza c’erano tante persone, dai bambini agli adulti etero.
"Gli stessi che oggi stanno al Governo, all’inizio tuonavano contro, dicendo che era uno scempio e una volgarità. Oggi non riescono più a trovare la persona nuda o irriverente. Quindi devono trovare altri appigli. Se dovessimo dipendere dalla destra, in Italia non avremmo neanche quel minimo sindacale che siamo riusciti a ottenere. La destra non ha mai fatto nulla per noi. Se si occupa di noi è solo per denigrarci o per toglierci i diritti. Per loro non siamo cittadini uguale agli altri".
Secondo lei c’è una sorta di rischio con questo Governo e questi Governi delle Regioni visto che, come dice lei, la manifestazione è diventata illegale?
"Ho notato quest’anno uno shitstorming che non si era mai notato registrato in tutti i 30 anni di Pride che ho seguito. Mai come quest’anno pubblicano fake news e minacce. C’è un clima che effettivamente ha fatto uscire la testa fuori dal sacco a tante persone che prima si sentivano meno legittimate e meno rappresentazione".
C’è un po’ di preoccupazione per questo clima che si sta formando?
"Spero di no. Mi auguro che le minacce e gli insulti restino sui social. Sono stata a manifestazione dove c’era la repressione. Sono stata a Mosca, Istanbul. Non vorrei a ritrovarmi in Italia quello che ho vissuto in Russia e Turchia".
Ma il presidente Rocca ha detto di aver revocato il patrocinio perché l’adesione è stata strumentalizzata, dichiarandosi però non omofobo.
Questo è un atteggiamento un po’ schizofrenico. Non puoi dire di non essere omofobo e poi attuare delle politiche avverse, negando il patrocinio.
Mi chiedo però, l’anno scorso in piazza c’era anche il sindaco Gualtieri. Se quest’anno dovesse ritornare, diventa illegale anche lui?
E ci torna. Ha già fatto il comunicato. I sindaci in questo periodo sono abbastanza sul filo del rasoio con la questione della trascrizione. Quindi da Sala e Gualtieri c’è un grande scollamento tra chi pensa di dover rappresentare tutti i cittadini, comprese le famiglie arcobaleno, e personaggi politici che davanti alla realtà di famiglie in carne e ossa, con bambini in carne e ossa, dicono facciamo finta che non esistano".