Arrestato ad Esine, in provincia di Brescia, l'oculista primario dell'ospedale che in cambio di soldi rinnovava la patente a chi però non aveva i requisiti.
Il medico in cambio di un contributo in denaro infatti faceva saltare le liste d’attesa, accelerava la procedura per essere sottoposti all’intervento alla cataratta e firmava certificati falsi per il rinnovo della patente di guida. La richiesta del noto medico oscillava tra i 500 e i 700 euro ovviamente in contanti.
Tra le accuse che hanno portato agli arresti domiciliari di Giovanni Mazzoli, oculista e primario all’ospedale di Esine anche l’esercizio di attività privata nei giorni in cui risultava invece in servizio all'ospedale Vallecamonica.
I carabinieri della compagnia di Breno hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare, disposta oggi dal giudice per le indagini preliminari.
Al medico vengono contestati i reati di truffa aggravata, peculato, falso in atto pubblico e indebita induzione a dare o promettere utilità.
Le indagini, coordinate dalla procura di Brescia, erano partite già lo scorso Novembre e si erano concluse nel mese di Aprile per portare all'arresto di oggi.
In una nota i carabinieri di Brescia hanno dichiarato che:
L'alternativa, sosteneva il primario, era un'attesa fino a un anno nel settore pubblico o una spesa di 3mila euro nel privato. L’oculista sempre secondo gli inquirenti avrebbe anche inoltre erogato prestazioni sanitarie, appropriandosi illecitamente della quota che doveva essere devoluta alle casse dell’Asst Valcamonica.
Oltre all’ordinanza cautelare di arresti domiciliari, i carabinieri hanno eseguito sempre nei confronti del dirigente medico anche un decreto di sequestro preventivo per circa 200.000 euro. Il sequestro è avvenuto a seguito dell’analisi investigativa svolta dalla Guardia di Finanza che ha evidenziato una rilevante sproporzione tra il patrimonio riconducibile al medico arrestato e i redditi dichiarati.
Il gip Federica Brugnera, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, ha dichiarato che il dirigente medico:
Nelle intercettazioni ambientali infine il medico chiedeva ai pazienti di uscire a prelevare al bancomat, raccomandava prudenza e scherzava sulla possibilità di essere arrestato dai carabinieri.
Nel 2021 un altro medico era finito nei guai a Milano per una truffa che riguardava i tamponi Covid-19. Ad essere accusata dei reati di truffa e accesso abusivo a un sistema informatico una dottoressa di Milano. La vicenda, riguardava un giro abusivo di tamponi addebitati all’Asst Fatebenefratelli – Sacco del capoluogo lombardo.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il medico aveva sfruttato il sistema sanitario regionale per avere gratuitamente i referti dei test che eseguiva a pagamento nel proprio studio.