Il Pd che abbiamo conosciuto, da Veltroni in poi, non esiste più. L’impostazione che ha dato Elly Schlein al suo arrivo alla segreteria è una linea contraria a tutti quelli che erano i principi fondativi del Partito Democratico, così Nicola Danti, europarlamentare Italia Viva e vice presidente Renew Europe al Tg Plus di Cusano Italia Tv condotto da Aurora Vena.
Duro botta e riposta tra Elly Schelin e Matteo Renzi nel giorno della direzione del Pd. Renzi parla di subalternità, proprio lui che appena arrivato al Nazareno ha invitato Berlusconi, dice la segretaria Dem. Non usi il mio nome per ricompattare i suoi, è un giochino che non funziona più, Replica il senatore di Rignano.
Elly Schlein – continua Danti - usa il nome di Matteo Renzi semplicemente perché in questo modo pensa di evocare lo spettro di qualcuno che possa avere un effetto compattante sulla direzione del Pd. Non funziona perché, al di là della direzione, ci sono gli elettori che vedono un partito che non riconoscono più. La differenza tra Renzi e Schlein sta nel fatto che Renzi guidava la politica italiana e faceva venire Berlusconi al Nazareno. Schlein invece si è andata a genuflettere in piazza a Conte dove abbiamo sentito parole assolutamente fuori dalla linea politica storia del Partito Democratico sulla guerra e su altri contenuti. Lo show di Grillo ha toccato livelli imbarazzanti.
La direzione di lunedì del Pd non è riuscita a placare i malumori interni, anzi potrebbe addirittura averli acuiti. All’orizzonte, secondo molti, si intravede una scissione.
La linea politica del Partito Democratico – spiega l’eurodeputato di Italia Viva - è ormai subalterna in tutto e per tutto al Movimento Cinque Stelle. Non credo però che al momento ci sarà una scissione interna. Ma se Elly Schlein vorrà portare avanti le politiche che ha promesso al popolo delle primarie, certamente un pezzo di elettorato e forse qualche gruppo dirigente non si riconoscerà più questa linea. Vedremo da settembre in poi".
Oggi Renzi in Senato ha tenuto un lungo discorso per la commemorazione di Silvio Berlusconi. Lui che è sempre stato visto come il baby royal.
Non c'è nessun erede politico. C’è un pezzo di mondo berlusconiano, che in questi anni ha creduto alle riforme promesse soprattutto dal primo Berlusconi e mai fatte, che può guardare con attenzione a una politica che non è quella polarizzata del centrodestra oggi con Giorgia Meloni e nemmeno quella di Elly Schlein che è appiattita sui Cinquestelle, conclude Danti.