Due grossi nodi stanno venendo al pettine della maggioranza di Governo. Uno è la ratifica del Mes, ormai sempre più vicina a condurre l'Esecutivo a un bivio in cui non può esimersi di scegliere che via prendere. L'altro è sicuramente la Riforma della Giustizia, fortemente voluta dal Ministro Carlo Nordio e molto osteggiata dalle opposizioni, da alcuni giornali e dagli altri giuristi.
Lo stesso Guardasigilli è tornato a parlare del suo disegno di riforma in un'intervista al Corriere della Sera, difendendosi dalle critiche e, specialmente, dalle accuse sul tema dell'evasione fiscale. Secondo alcuni infatti, il testo della riforma a firma Nordio legittimerebbe gli evasori.
Così risponde il Ministro a queste accuse:
Poi spiega:
Il Ministro della Giustizia lamenta un clima di ostracismo secondo lui ingiustificato nei confronti della sua Riforma. Certe critiche sarebbero arrivare all'orecchio del Guardasigilli «ancor prima che il testo fosse noto», il che non fa che dimostrare un aprioristico muro di "no" contro un cambiamento alla gestione dei tribunali che per Nordio è più che mai necessario.
chiede il Ministro durante l'intervista.
Nordio torna un momento anche su un'altra sua dichiarazione che ha sollevato qualche polemica, ossia le responsabilità addossate al pool di Mani Pulite per quanto riguarda il conflitto tra mondo politico e magistratura, innescato a seguito dell'avviso di garanzia inviato a Berlusconi nel 1994.
Ha detto il Ministro, che ha concluso il suo intervento sul tema affermando che Berlusconi, per una sorta di contrappasso, «sia stato poi vittima di una interpretazione retroattiva, contra personam, della legge Severino».
Rimane il fatto che diverse critiche, specie sull'abrogazione dell'abuso di ufficio, sono state mosse da molti dei magistrati intervenuti nel dibattito sulla Riforma. Il testo non ha però accolto nessuno di questi appunti. Sul tema, il Ministro Nordio risponde così, elencando i motivi per cui non ha ritenuto di dare spazio a tali esposte criticità:
Infine, il Guardasigilli annuncia che l'Esecutivo Meloni è pronto a intervenire più avanti sulla Giustizia, «con una riforma del codice di procedura penale, anche sull’informazione di garanzia».
Leggi Anche: Mes, Salvini: Da Mef risposta tecnica, decide il Parlamento. Sintonia con Giorgetti