Dura replica del ministro per gli Affari europei Raffele Fitto alle parole della Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatovic. Al termine della sua visita di cinque giorni in Italia, Mijatovic ha infatti bacchettato l'Esecutivo per la gestione dei flussi migratori sostenendo che non stia facendo abbastanza per impedire le morti nel Mediterraneo. Una presa di posizione netta che ha suscitato la rabbia del Governo e in particolare di Fitto, che attraverso una nota fa sapere di non esser disposto ad accettare lezioni sull'accoglienza da chi "seduto comodamente sul divano, si permette di guardare e giudicare".
Per l'Italia è arrivato il momento di cambiare radicalmente le politiche migratorie, specie sui salvataggi in mare, e di promuovere concretamente i diritti delle donne. Queste le parole al centro della polemica, pronunciate dalla Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, l'organizzazione internazionale esterna all'Unione di cui fanno parte 46 paesi che si trovano sul continente europeo. Secondo Mijatovic il Paese non si starebbe impegnando come necessario nelle operazioni di salvataggio. Non solo, starebbe rendendo più difficile questo compito per le Ong che operano nel Mediterraneo. Critica la posizione anche sugli accordi con gi stati di partenza:
La Commissaria si è recata anche in visita a Lampedusa. In quell'occasione ha elogiato il lavoro degli abitanti e del sindaco dell'isola definendoli un esempio di umanità straordinaria e un modello cui guardare, anche per gli altri stati europei:
L'affondo di Mijatovic rivolto all'Italia non è passato inosservato al Governo e ha suscitato l'immediata reazione del ministro per gli Affari europei Raffele Fitto, che in una nota ha rispedito le accuse al mittente, sottolineando come il Paese si sia sempre fatto carico dell'emergenza, nonostante le diffcioltà:
Il ministro ricorda poi come la rotta nel Mediterraneo centrale sia una delle più complesse da gestire e come grazie all'Esecutivo Meloni ora se ne renda conto anche l'Europa. Il tema sarà all'ordine del giorno della prossima riunione del Consiglio, che tenterà ancora una volta di cercare soluzioni comuni.