Annullate le udienze romane previste dal 17 al 19 luglio a Rebibbia per le condizioni di salute di Francesco Pisani, il progettista incaricato del rinforzo della pila 9 poi crollata.
Mentre si avvicina il quinto anniversario del crollo del Ponte Morandi a Genova, che il 17 agosto del 2018 provocò la morte di 43 persone e il ferimento di altre 11, il processo per accertare le responsabilità subisce un rallentamento nella sua parte romana. Il presidente del Collegio del Tribunale di Genova, Paolo Lepri, ha infatti annullato con un'ordinanza la trasferta prevista dal 17 al 19 luglio a Roma per ascoltare Francesco Pisani, uno dei progettisti nonché allievo dello stesso Riccardo Morandi, l'ingegnere al quale è stato dato il nome del Viadotto Polcevera.
Novantenne il prossimo settembre, già dichiarato attraverso una perizia impossibilitato a raggiungere il capoluogo ligure per problemi di salute che si sono aggravati negli ultimi giorni, Pisani avrebbe dovuto deporre nell'aula bunker del carcere di Rebibbia. Dal 17 al 19 luglio, le udienze resteranno pertanto a Genova con gli altri testi.
Dal 1993 al 1994, raccontò Pisani nel 2018, aveva progettato un intervento di restauro strutturale sulla pila 11 del viadotto. Nel 2011 era stato poi incaricato di progettare rinforzi sulle pile 10 e 9, quella crollata cinque anni fa. Aggiunse inoltre di non conoscere le ragioni per cui i lavori non furono eseguiti.
Oggi, intanto, è comparso come teste Terenzio Merletti, l'a.d. di Spea tra il 2002 e il 2008 che ha detto di non aver mai ricevuto rapporti in cui si facesse cenno alla corrosione della struttura.
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