Nella giornata di ieri, Matteo Salvini ha millantato la possibilità di trovare un modo per congelare i rincari dei mutui sulle case dovuti ai rialzi dei tassi BCE: oggi risponde il Presidente dell'Abi Antonio Patuelli, che all'assemblea annuale dell'Associazione ricorda come «le banche in Italia mantengono quasi i due terzi dei mutui a tasso fisso, con tassi di raccolta in continuo aumento, e, su richiesta, possono allungare la durata dei mutui per chi è in regola con i pagamenti o realizzare surroghe».
Dunque, il piano di Salvini, in collaborazione con il Ministero dell'Economia, di «allungare le rate di chi ha un mutuo a tasso variabile», sembra già almeno parzialmente corrispondere alla realtà del funzionamento degli istituti bancari.
È vero però che queste proroghe sono concesse solo a chi è in linea con i pagamenti, lasciando i ritardatari tra l'incudine e il martello. Su questo Patuelli punta il dico contro le norme europee dell'Eba (Autorità bancaria europea), considerate «rigide, troppo rigide», che non permettono alle banche di essere più flessibili, a discapito dei clienti.
All'assemblea dell'Abi, Patuelli delinea anche quali dovrebbero essere le maggiori linee d'azioni del Paese a livello finanziario: in primis, secondo il Presidente dell'Associazione Bancari Italiani, il focus dovrebbe essere la lotta all'inflazione, il cui impegno non può ricadere solo sulla BCE:
Durante l'assemblea dell'Abi ha preso la parola anche Ignazio Visco, il governatore della Banca d'Italia. Secondo Visco, le condizioni bancarie nel Bel Paese sono «soddisfacenti», al netto di qualche incertezza sulle prospettive future. Va detto però, come ha sottolineato il governatore, che nel primo trimestre la redditività è rimasta alta: il bilancio dunque è positivo, sebbene permangano -come sempre - alcuni fattori di rischio:
Ha spiegato Visco.
Per il momento, ha proseguito il governatore della Banca d'Italia, i rendimenti sui depositi bancari non si sono allineati con i rialzi dei tassi voluti dalla BCE, ma è solo questione di tempo: con la stratta della banca centrale europea «dovrebbe seguire un graduale innalzamento, con corrispondenti, più decisi, incrementi dei tassi».
Secondo Visco, questo ritardo sull'adeguamento «è in parte riconducibile alla abbondante liquidità accumulata grazie alle misure straordinarie BCE. Ciò può aver comportato una minore pressione concorrenziale tra le banche sul segmento dei depositi in conto corrente».