Hanno scatenato una vera e propria bufera, le dichiarazioni rilasciate a "Chi l'ha visto?" da Salvatore Parolisi, l'ex militare condannato in via definitiva a 20 anni di reclusione per l'omicidio della moglie Melania Rea. Dopo aver scontato 12 anni e aver maturato la possibilità di ottenere dei permessi premio giornalieri, l'uomo, che fin dall'inizio si è dichiarato innocente, ha deciso di tornare a raccontare la sua versione dei fatti, scatenando l'ira della famiglia della vittima, che ha fatto sapere che si rivolgerà al magistrato di Sorveglianza.
Dopo il fratello di Melania, a commentare l'intervento in tv di Salvatore Parolisi - apparso pubblicamente per la prima volta, dopo la condanna a 20 anni di carcere - è stato anche lo zio, Gennaro Rea.
Nell'intervista, oltre a dichiararsi innocente, come ha sempre fatto, l'ex militare sosteneva di aver amato davvero Melania (mentre Ludovica, la sua amante, "era solo una scappatella"), portando ad esempio il fatto che "mantenesse" la moglie con il suo stipendio, pur tradendola.
ha commentato l'avvocato dei Rea, Mauro Gionni che, facendo eco allo zio della vittima, ha fatto sapere di volersi mettere in contatto con il magistrato competente, per capire se abbia o meno autorizzato l'intervista andata in onda ieri, 5 luglio.
ha spiegato. E ha poi ribadito che, se Parolisi è stato condannato a 20 anni, è perché "è colpevole oltre ogni ragionevole dubbio". Addirittura, viste le modalità del delitto, avrebbe potuto essere condannato l'ergastolo, dice, se ci fossero state le norme che sono in vigore oggi (invece potè accedere al rito abbreviato, beneficiando di uno sconto di pena). Lui invece si lamenta dei permessi premio e del fatto che, col suo nome, è praticamente impossibile trovare lavoro. Cosa che gli permetterebbe di tornare libero.
A prendere le distanze dall'ex militare è stata anche la figlia, Vittoria, che al momento dei fatti aveva appena 18 mesi. Oggi ha 13 anni e ha deciso volontariamente di prendere il cognome della madre, rinunciando a quello del padre, che da tempo ha perso la responsabilità genitoriale. Cresciuta con i nonni materni e con lo zio, Michele, vive a Somma Vesuviana, il paese d'origine di Melania. Ogni giorno è costretta a fare i conti con le ferite procurategli dalla morte della madre, avvenuta per mano di colui che - secondo la giustizia - è colpevole: Parolisi.
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