La Cina ha deciso di cancellare repentinamente alcuni dati pubblicati poco prima e che rialzano l'allarme in tema Covid per quanto riguarda la Repubblica Popolare.
La notizia arriva da una provincia orientale del Paese, quella dello Zhejiang, che prima ha diffuso e poi cancellato il dato relativo alle cremazioni effettuate sui corpi nel corso del primo trimestre del 2023. Il perché è contenuto nella crescita pari al 72,7% nel numero dei corpi cremati rispetto allo stesso periodo del 2022: si è passati infatti secondo le cifre riportate dal magazine economico-finanziario Caixin, dalle 99mila cremazioni dello scorso anno alle 171mila cremazioni del 2023. E anche l'ultimo dato relativo all'ultimo trimestre 2022 è stato "censurato". E il covid potrebbe essere la spiegazione
Il dato in crescita potrebbe infatti essere correlato a una nuova recrudescenza del virus visto che proprio a fine anno, nel mese di dicembre 2022, Pechino decretò l'allentamento delle restrizioni pandemiche a livello nazionale. Una scelta presa dal governo centrale anche in risposta alle crescenti proteste registrate in tutto il Paese. Il tutto però in un momento dove già il coronavirus era considerato come molto diffuso, anche per il carico sulle strutture sanitarie ed ospedaliere registrato. E che Pechino ha "coperto" solamente ricalcolando il numero di morti da Covid conteggiando solamente quelli deceduti a seguito del collasso dell'apparato respiratorio, registrato in pazienti senza patologie pregresse. Ufficialmente i morti di Covid in Cina, fino all'inizio di febbraio scorso, furono 83.150, ma il reale impatto dell'ondata di contagi e decessi cominciata a fine 2022 è stata ridimensionata dalla Cina, e stime compiute dall'istituto britannico di dati sanitari Airfinity a dicembre scorso stimavano oltre 1,7 milioni di decessi.