Il vicepremier Antonio Tajani mette una pezza sul caso montato del ritorno di Patrick Zaki in Italia. La scelta del ricercatore egiziano, di tornare con un volo di linea e non con il volo di Stato, aveva fatto nascere diverse diverse polemiche, soprattutto sponda centrodestra.
Zaki ha rifiutato il volo di Stato, con annessa cerimonia d'accoglienza da parte dell'Esecutivo italiano. Uno schiaffo a chi sostiene di essere stato il vero fautore della sua liberazione.
La scelta di tornare come un comune cittadino è stata apprezzata soprattutto da Amnisty International Italia, che del caso si è occupata spesso e volentieri, seguendo ogni minima evoluzione. La decisione di Patrick Zaki è stata "corretta e coerente, ha detto all'Agi Riccardo Noury, portavoce dell'ong.
È una scelta coerente con il suo ruolo di difensore dei diritti umani che deve mantenere l'indipendenza dai Governi, di qualunque colore siano. La sua "non è una manifestazione di ostilità verso il Governo attuale, che ha più volte ringraziato insieme all'ambasciata italiana al Cairo", ha poi aggiunto il portavoce di Amnisty International Italia.
Il ministro degli Esteri, quindi, ha giustificato la scelta del ricercatore senza nessun tipo di rancore, sottolineando come sia stata "una sua scelta". Il vicepremier, durante il Giffoni film festival, ha ribadito che l'interesse del Governo era solo quello di liberarlo.
"A noi interessava liberarlo, il governo ha lavorato per liberarlo. Poi, dopo, sono sue scelte: come vuole tornare, torna in Italia. Un cittadino egiziano può partire dal suo Paese come vuole, con lo strumento che vuole. Gli era stata offerta la possibilità, ma non è un obbligo. Se lui non vuole, è una sua scelta. Senza problemi.
Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha annunciato che concederà la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki: