La super gara di George Russell al GP d'Ungheria ha aperto il cassetto dei ricordi con tutte le migliori rimonte della storia della Formula 1. L'elenco dei piloti che hanno stupito nel Circus più prestigioso dell'automobilismo è davvero lungo con tantissime imprese davvero indimenticabili. Tra i nomi ci sono tante leggende della Ferrari come Michael Schumacher e Kimi Raikkonen ma anche protagonisti della Formula 1 attuale come Lewis Hamilton e Checo Perez.
Rinfreschiamoci la memoria con il racconto delle cinque migliori rimonte prendendo in considerazione quelle che più ci hanno fatto battere il cuore, fino a veri e propri capolavori di talento.
Non una delle migliori rimonte della storia ma certamente tra le più emozionanti quella messa in scena da Michael Schumacher del 2006. Al GP del Brasile, la leggenda tedesca si ritrovava a rincorrere Fernando Alonso all'ultima gara disponibile per conquistare l'ottavo titolo; al Kaiser serviva una vittoria e allo stesso tempo una debacle dello spagnolo, ma una sfortunata qualifica lo portò a partire dalla decima piazza.
Da lì il tentativo disperato di Schumi che prima risalì al quarto posto per poi vedersi forare uno pneumatico dopo un sorpasso su Giancarlo Fisichella che rese tutto vano. Nonostante il mondiale sfumato, Michael riprese a spingere fino all'ultima curva risalendo nuovamente al quarto posto.
Il circuito rimane lo stesso ed anche il numero di mondiali vinti (7) ma questa volta il protagonista è Lewis Hamilton. In uno dei campionati più emozionanti della storia, l'inglese si ritrovava rincorrere un Max Verstappen assatanato che avrebbe poi finito per vincere il suo primo mondiale tra mille polemiche.
In Brasile, tuttavia, Hamilton avrebbe potuto abdicare ufficialmente perché nonostante una qualifica da urlo, un'irregolarità al DRS lo penalizzava fino all'ultimo posto nella Sprint Race. Da lì, la prima rimonta spaziale che in soli 15 giri lo portava a chiudere in quinta posizione; tuttavia, un'altra penalità legata alla sostituzione dell’MGU-H lo faceva retrocedere in decima posizione.
Alla domenica, il capolavoro di Lewis che inanellava una serie di sorpassi unici fino a conquistare la vittoria.
La stagione in corso di Checo non è delle migliori nonostante una superiorità netta della sua Red Bull, come certificato abbondantemente ormai da Max. Eppure la musica nel 2020 era completamente diversa per Perez che alla guida della Racing Point dimostrerà ben presto tutto il proprio valore. L'occasione si presente in Bahrain dove dopo esser scattato dalla quinta posizione si ritrova coinvolti in un incidente che lo relegherà all'ultimo posto.
Un pit stop decisivo, unitamente alle assenze di Verstappen e Leclerc (anche loro coinvolti nell'incidente) e della positività di Hamilton, apriranno la strada ad una delle rimonte più belle della storia. Sergio Perez riuscirà a superare a poco a poco tutti i rivali in pista approfittando poi dell'ingresso della Safety Car che "spinge" la Mercedes a richiamare ai box in maniera completamente errata George Russell (che sostituiva Lewis) e Bottas.
A godere fu proprio Checo che beffò le due frecce d'argento ottenendo la prima vittoria in carriera.
Bisogna tornare invece nel 1988 per omaggiare uno dei più forti piloti della storia, naturalmente impegnato in quei tempi nell'acerrima sfida contro il compagno di squadra in McLaren, Alain Prost. I due partono nella penultima gara appaiati con Ayrton Senna in pole position ma allo spegnimento dei semafori una brutta esitazione lo porta in 14ª posizione, sfilato da tutti i colleghi in pista.
La leggenda brasiliana non si arrende e da quel momento inanella una serie di sorpassi leggendari per arrivare dietro a Prost e sverniciare il compagno di squadra sul rettilineo. Un sorpasso che varrà vittoria della gara e ben presto del mondiale
Restiamo in Giappone ed alla guida della McLaren per celebrare la grandezza di IceMan, ossia Kimi Raikkonen ai tempi in cui era alla guida della vettura inglese. Kimi non era ancora campione del mondo ma il talento era già evidente al mondo intero che quella domenica a Suzuka assistette ad uno spettacolo unico.
Una pessima qualifica a causa di una strategia sbagliata lo costringe a partire dalla 17ª posizione ma già allo spegnimento dei semafori il finlandese si ritroverà 12º. Da lì, la fiducia e il talento per inseguire tutti i suoi rivali fino al capolista Fisichella che a otto giri dal termine della gara aveva un distacco di 9 secondi: nemmeno a dirlo, Kimi inizia a recuperare più di un secondo a giro e all'ultima tornata sorpassa il rivale in Renault completando una delle rimonte più belle della storia.