Accadde oggi, 25 luglio 1943: Mussolini sfiduciato e arrestato. Quanto avvenne nella notte tra il 24 e il 25 luglio di 80 anni fa, fu il culmine di una serie di avvenimenti che in Italia erano cominciati nella primavera del 1943. Malumore generale per le devastazioni causate da quella guerra voluta dal capo del Fascismo. L’apice si raggiunse con il bombardamento del quartiere romano di San Lorenzo da parte degli Alleati il 19 luglio dello stesso anno. E così al termine di quella seduta del Gran consiglio del fascismo passata alla storia, arrivò la deposizione del Duce.
La deposizione di Mussolini fu il frutto di manovre politiche parallele avviate dal gerarca Dino Grandi e dal re Vittorio Emanuele III. Le conseguenze: la caduta del governo fascista dopo quasi ventuno anni di regime, l’arresto dello stesso Mussolini e la nomina da parte del re del maresciallo Pietro Badoglio come nuovo capo del governo. Fu anche la caduta del Fascismo che poi risorse per volere di Adolf Hitler nella Repubblica Sociale Italiana, in quelli che furono i drammatici 600 giorni di Salò.
Prima di quella storica riunione, l’ultima seduta del Gran consiglio del fascismo risaliva al 1939 quando Hitler attaccò la Polonia scatenando la seconda guerra mondiale. Ennesima conferma della dittatura assoluta da parte di Mussolini nelle scelte di governo. Il massimo organo collegiale del fascismo cominciò i lavori alle 18:15 del 24 luglio. La votazione sull’ordine del giorno presentato da Dino Grandi, che prevedeva la sfiducia a Mussolini, arrivò alle 2:30 del 25 luglio: 19 dei gerarchi presenti votarono a favore, solo 7 i contrari, 1 astenuto.
Questa la situazione degli ordini del giorno: uno era a firma Grandi, due a firma Farinacci e 3 a firma Scorza. Dopo che il primo ordine del giorno fu accolto, quello presentato da Dino Grandi, Mussolini dispose di non mettere ai voti gli altri due. Non esiste il verbale ufficiale dell’assemblea, anche se il testo completo e l’originale dell’ordine del giorno Grandi furono pubblicati nel 1965 dalla rivista Epoca, grazie al ritrovamento dei documenti conservati da Nicola De Cesare, segretario personale del Duce.
Fondato nel 1922, il Gran consiglio del fascismo fu il massimo organo del Partito Nazionale Fascista e, in seguito, il massimo organo costituzionale del Regno d’Italia. Le sue sedute, che erano a porte chiuse, si tenevano solitamente a palazzo Venezia, che dal giugno del 1923 era la sede della Presidenza del Consiglio dei ministri.